Bolgheri, ovvero come ti invento un vino e poi conquisto il mondo

Un Convegno straodinario quello di sabato scorso al teatro di Castagneto Carducci. Insieme, ed è un’impresa, i 5 cavalieri di Bolgheri, gli uomini che 40 anni orsono, chi più chi meno, hanno dato vita, praticamente dal nulla, ad una denominazione che pesa ben più del numero di ettari e di bottiglie che produce. Praticamente non esiste nemmeno Bolgheri, che è solo una piccola frazione di un piccolo comune, eppure il prestigio del nome è indiscusso. Vino a parte, ha celebrato le sue lodi Giosuè Carducci e ha dato i natali al più grande cavallo italiano di tutti i tempi, Ribot. Sentirli parlare è stato veramente piacevole, dall’amarcord di Piermario, all’analisi più razionale di Michele Satta (arrivato fin qui da Varese), dalla visione globale di Ludovico Antinori a quella understated del Marchese Incisa della Rocchetta. Sono intervenuti Oliviero Toscani e Roberto Bernabò, il tutto presentato con indubbia verve da Carlo Cambi. Giusto il commento finale di Piero Antinori: “questo territorio ci ha dato tanto, cerchiamo ora di restituirgli qualcosa per valorizzrlo al meglio”. 

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