Grande e spettacolare cena organizzata come ogni anno dal Gambero Rosso in occasione della presentazione della guida dei Ristoranti. 10 chef ultranoti come Tonino Cannavacciuolo, Philippe Leveillè, Niko Romito, Ernesto Iaccarino, Gianfranco Pascucci, ANthony Genovese, CIccio Sultano, Heinz Beck, Riccardo Monco e Carlo Cracco, hanno cucinato per una grande platea di invitati.
Tonino Cannavacciuolo
Come ogni anno eccoci a Vico per la Festa che da tanti anni Gennaro Esposito organizza. Un successo duraturo e consolidato sia per l’atmosfera che si viene a creare sia per le finalità benefiche dell’iniziativa. Quest’anno ci sono anche molti produttori selezionati dagli chef ospiti a testimoniare che il buon cibo è strettamente legato alla terra. Momento clou dell’evento la cena di gala nella grande sala di Pizza a Metro con decine di chef e centinaia di invitati.
Soste di Ulisse: la cena di gala
Grande cena di gala con alcune decine di chef appartenenti all’Associazione schierati in varie file nei due saloni dell’albergo. Istituzioni, Produttori Giornalisti e invitati hanno arricchito l’evento e in certi momenti si faceva veramente fatica a passare. Ma la formula di tante postazioni affiancate è sempre la più funzionale per riuscire a smaltire senza troppi intoppi le aspettative. La presenza di Cannavacciuolo e Scabin è stata festeggiata dall’inesauribile gruppo di chef isolani che si sono mostrati sempre allegri, coesi e propositivi. Insomma una bella serata che ha dimostrato che la qualità della ristorazione siciliana c’è, ed è più ampia di quanto si possa pensare grazie ai molti giovani chef che stanno seguendo le orme dei conclamati maestri.
Abbiamo un pò di nostalgia delle feste sulla spiaggia che hanno sempre caratterizzato questa Festa, ma quest’anno sono 50 anni di Pizza a Metro ed è obbligo festeggiarla. Grande festa quindi per le strade di Vico praticamente impraticabili dalla ressa della folla, ma anche dentro al vasto locale ci sono centinaia di persone venute a incontrare ed assaggiare i piatti di tanti chef (con il ricavato versato in beneficenza). In prima fila, applauditissimi, Tonino Cannavacciuolo e Gennaro Esposito, padroni di casa.
Grandi emozioni e grande vittoria di Martino Ruggieri. Era tra i favoriti, ma nulla era scontato. Infatti la sorpresa è forse venuta dalla bella preprazione dimostrata da Giuseppe Raciti e Roberta Zulian, due giovani chef bravi, ma con minor palmarès degli altri due concorrenti: Griffa e Ruggieri. Giuseppe e Roberta hanno infatti presentato delle belle soluzioni facendo un’ottima figura. Ma la sfida si è forse giocata (presumiamo, perchè non è stata letta la classifica finale, ma solo il vincitore), tra i primi due ad esibirsi: Paolo Griffa e Martino Ruggieri. E ha vinto il secondo, nettamente in quanto si è portato a casa anche il secondo premio, andato per l’appunto al suo commis,il bravo Curtis Mulpas. Martino Ruggieri, head chef a Parigi al Pavillon Ledoyen di Yannick Alleno, avrà il difficile compito di rappresentare l’Italia a Torino, giugno 2018, nella finale europea.
Stagione delle Guide, nonostante il ritardo (in genere viene presentata ai primi di ottobre) è sempre prima la Guida dell’Espresso, che sarà seguita lunedì 24 da quella del Touring e da quella del Gambero Rosso, mentre per la Michelin bisognerà aspettare metà novembre. Senza voti, con soli 6 gradini da 0 a 5 cappelli. Cambio quindi di direzione e ragionamenti, come dire che si ritorna al passato, cioè a quello che ha sempre fatto la Michelin, con le sue stelle senza mai dare voti. In testa come percezione sale Uliassi, scendono Beck, Pinchiorri, Cerea. Il totale dei cappelli sfiora i 500 ristoranti, è questa quindi la consistenza della ristorazione italiana buona ed eccellente, anche in questo vicino a quanto dice la Michelin. Si presenta anche la guida dei Vini, completamente rinnovata rispetto al passato, a cominciare dai coordinatori, oggi Antonio Paolini e Andrea Grignaffini, per una guida che ci sembra alla prima vista comunque differente e comunque pratica e facile da consultare.
Ci aspettavamo un tifo da stadio e una ressa colossale, invece ormai l’Olimpico è difficile da riempire e non solo per la Roma. Niente effetti speciali, toni pacioccosi, mentre scorre lentamente la presentazione dell’Accademia Cannavacciuolo con vari interventi, al nostro arrivo è Rudy Bandiera che ci parla del “Brand”. Poi è il turno del Maestro che fortunatamente mantiene uno stile pacato, semplice, discorsivo, quasi sottotono nonostante l’ambiente. Il messaggio è arrivato al pubblico presente? non siamo in grado di dirlo, ma visto le dimensioni e le finalità dell’evento forse sarebbe stato meglio farlo in un ambiente più raccolto, meno ampio e distraente, anche per sottolineare che la formazione non è un gioco e tanto meno uno spettacolo.
E così Bottura è arrivato che più in alto non si può. Prima di lui ricordiamo che una dozzina di anni fa ci arrivò nella Gault&Millau francese Marc Veyrat con ben due ristoranti. Ma per l’Italia è la prima volta, e ne siamo felici non solo per il riconoscimento alle qualità dello chef e del suo ristorante, ma anche per l’enorme lavoro svolto da Massimo Bottura in favore di tutta la ristorazione italiana. Se l’immagine della nostra cucina è trionfante nel mondo lo si deve anche a Lui. Ed infine proprio nell’anno dell’Expò a Massimo Bottura si deve l’iniziativa forse più iconica: il Refettorio Ambrosiano, che meglio di qualsiasi altra cosa incarna lo spirito dell’esposizione universale. Massimo complimenti, te lo meriti e accanto a te Lara, elegante ed intelligente compagna, e la tua magnifica brigata, da Taka a Davide, da Enrico a Beppe e a tutti gli altri bravi ragazzi che ti circondano.
Che dire di un posto che ti fa sognare anche da lontano quando vedi quella guglia svettare con il lago sullo sfondo, e poi una serie di sale suggestive, una tavola elegante, un servizio tra i migliori d’Italia per qualità e numero di addetti e una brigata d cucina che si compone di elementi di primo piano (e non a caso da questa brigata sono usciti ed escono chef di tutto rispetto)? Insomma sia lode a Tonino Cannavacciuolo per aver creato non solo una serie di ricette di alto profilo, ma anche una struttura che macina numeri, clienti e gestisce fatturati invidiabili ed importanti, quando il meglio del sud si combina con il meglio del nord, non ce n’è per nessuno e questa Villa Crespi è una conferma dell’assunto. Conosciamo Tonino da quando è arrivato come secondo al Giardinetto poco distante, e l’abbiamo visto crescere in questa bella struttura, ha cavalcato e bene anche la grande notorietà che gli ha dato la televisione, e pensiamo che niente gli sia ormai precluso essendo anche ancora giovane, ed infatti sta aprendo altri locali (presto al centro di Novara). Detto questo e tornando alla tavola, abbiamo avuto un’altra piacevole conferma di una cucina giustamente equilibrata tra (più) mare e (meno) monti, di grande equilibrio, piacevolezza di sapori dove è difficile dire quale è il piatto migliore: ci sono piaciuti tutti. Più semplice ricordare le poche cose meno buone: il pane, le rane (molli, fredde e con un timballino non croccante), le tagliatelle non ravvivate dall’acidità di una buccia di limone.
Villa Crespi è veramente una location particolare, unica nel suo genere, che con l’attuale gestione di Cinzia e Tonino ha trovato la combinazione vincente. Non è solo importante la cucina, della quale parliamo a parte, ma altrettanta attenzione merita la struttura, e grande merito va dato a Cinzia per averla non solo restaurata e rinnovata con grande gusto, ma di saperla far vivere a così alto livello.