L’altro giorno a Verona era veramente presente il meglio del vino d’Italia, non solo come etichette, ma anche per la larghissima presenza dei titolari della Cantine. Vedersi servire il vino nel calice direttamente da Matteo Lunelli (CEO di Ferrari) fa la differenza! E, altra cosa importante, senza affollamenti pericolosi in questo periodo, ma anche d’intralcio per i potenziali scambi di idee e vedute. Parlando con Stevie Kim (export di Vinitaly) e i tanti produttori incontrati c’è fiducia ed ottimismo. Il vino insomma sta ripartendo, speriamo che come tante altre volte trascini con sè l’intero comparto agricolo. Da Operawine un segnale di indubbia fiducia. Ringrazio Antonio Scuderi della cortese accoglienza ricevuta.
Stevie Kim
63sima edizione dell’Autnno Pavese, ma è la prima volta al Castello Sforzesco. Un cambio di marcia importante, per la bellezza e l’ampiezza del contesto, ma anche per la selezione che è stata fatta sugli espositori presenti: solo il meglio dell’agroalimentare del territorio, anche se alcuni nomi importanti e di qualità ancora non sono presenti. Abbiamo condotto il convegno sui vini, con i produttori presenti che hanno seguito con attenzione le raccomandazioni fatte da Stevie Kim, ceo di Vinitaly International. Fabiano Giorgi ha presentato il Distretto del quale è direttore, molte le cose che sono state fatte, ma molte quelle ancora da fare e per recuperare il terreno c’è un solo modo: la coesione tra i produttori, e non sarà facile.
Parterre di lusso al Circolo Aniene di Roma per la presentazione del progetto Tenute Lunelli. Le Tenute non sono nuove, ma la famiglia vuole comunicare meglio il forte impegno che è in atto per la valorizzazione dei vini fermi e non solo degli spumanti per i quali sono ben noti ovunque. Interessante apprendere che a breve tutti i vini fermi saranno biologici e crediamo che la conversione toccherà alla fine anche gli spumanti Ferrari. Cena piena di personaggi famosi, preparata da Alfio Ghezzi, della Locanda Margon, nelle grandi cucine del Circolo seguite dall’infaticabile Daniela Amadei. Niente bollicine, ma solo vini fermi delle tre tenute in abbinamento, ma il destino vuole che la lacuna venga colmata alla Regola, poco distante da casa, dove rientrando c’imbattiamo con l’amico Daniele.
Prima giornata di dibattiti e confronti all’Academia Barilla con oltre 50 chef italiani venuti da tutto il mondo. Si parla più in inglese che in italiano, si discute di guide, di modelli, di stile e di prodotti. Si cucina poco ed è forse un bene: è più il momento di pensare che di brindare, la cucina italiana nel mondo regge, ma potrebbe fare sicuramente di più.
Oltre duecentomila persone , quasi tutti giovanissimi, con tanta voglia di conoscere, assaggiare e domandare. E qui nulla viene offerto gratis, ma tutto si paga e ci sono le file per un bicchiere di vino o per un trancio di pizza. Quello che hanno faticato i pizzaioli italiani presenti, Barbasso e Tirabassi, o chef del calibro di Simonato, Vineis, Rongoni e tanti altri che hanno cucinato, e’ difficile dirlo. Tutti si sono prestati con tanta abnegazione. Come anche Francesca D’Orazio nella conduzione del Cooking Show.