E’ Debora Vella della Locanda Dolce di Perbellini a Verona la vincitrice di Emergente Pastry, svoltasi all’Irca Academy alcuni giorni fa. Era stato annunciato il podio dei primi tre classificati, oggi in diretta Debora ha ricevuta la bella notizia di aver vinto. A Lei va anche il premio di 1000 euro. Grande la sua gioia e molto soddisfatto anche Giancarlo Perbellini il suo maestro. Si chiude così l’ultimo dei nostri eventi 2021. Brindiamo alla bravura di questa ragazza siciliana che dalla Sicilia a Verona ha già fatto tanta strada, non solo contandoi chilometri. Siamo molto contenti del successo di questo evento e ringraziamo tutti gli altri concorrenti per la professionalità dimostrata. In collegamento anche Ilario Vinciguerra, che ha ospitato a suo tempo la premiazione e che ha sempre seguito da vicino questo evento.
Giancarlo Perbellini
Il primo dolce non si scorda mai….e non vi dimenticherete di certo questo piccolo gioiello: The First Dolce, il boutique hotel che non ha al suo interno un ristorante, bensì una pasticceria! E sarà questo albergo la location della seconda edizione di Emergente Pastry (in via del Corso 63 a Roma). In gara: Ilaria Caneva del Ristorante Cracco a Milano, Dalila Salonia de Il Pagliaccio a Roma, Enrico Venturini di Oro Restaurant dell’Hotel Cipriani di Venezia, Gianluca Bruno del ristorante Buatta Cucina Popolana a Palermo, Federico Caldara de Il Boscareto Resort & Spa a Serralunga D’Alba (CN), Tommaso Foglia del San Barbato Resort Spa & Golf a Lavello (PZ), Silvia Lagana del ristorante Aroma at Palazzo Manfredi (RM), Veronica Di Curzio del ristorante Casa Coppelle a Roma. A coordinare la giuria tre eccelsi professionisti: Paco Torreblanca, uno dei pasticceri più famosi del mondo, Fabrizio Fiorani miglior Pastry Chef per il 50 best d’Asia, Giancarlo Perbellini il noto chef due stelle michelin che ha sempre avuto nel cuore e nel DNA la pasticceria. Cosa dovranno fare? un dessert al piatto e tre finger dolci/salati. Quando? martedì 10 marzo, coronavirus permettendo. Per info: [email protected]
Il panettone più buono del mondo lo fanno ad Ischia e quello più buono per la critica lo fanno a Pompei. Il curioso verdetto fa sensazione, anche perché a convalidarlo sono due giurie, una di grandi pasticcieri e chef, perlopiù lombardi o dei dintorni, la seconda di critici esperti (e noi che eravamo lì ad assaggiare abbiamo potuto vedere che i pareri alla fine sono stati molto simile). C’erano anche alcuni panettoni venuti da lontano, perfino dal Giappone per dare a questo evento un orizzonte internazionale. L’evento ha l’ambizione di mettere un po’ di ordine tra le tante iniziative (a volte un po’ estemporanee) che affollano il settore. Ci sembra che ci siano i presupposti, qualcosa bisognerà migliorare nell’organizzazione, ma la voglia di fare bene c’è e già si vede.
L’abbiamo provato a cena e a pranzo, dal menù completo a quello leggero dedicato all’orto. Ed in effetti l’orto è da vedere ma anche da assaggiare ed il modo migliore è proprio questo menù, dove i piatti scorrono belli, leggeri, innovaivi senza scossoni e con piacevoli ricordi (come ad esempio il finto risotto). Molto più impegnativo è il menù degustazione, una vera sfida per il palato. Richiede al cliente attenzione e concentrazione, figuriamoci lo sforzo che ricade sulla brigata! Una serie di stuzzichini, antipastini, assaggi vari dove ogni piatto si articola su almeno una decina di ingredienti, ognuno dei quali spesso lavorato in modo anche non banale. E’ indubbio che lo chef, Fedrico Belluco nonostante sia molto giovane (è passato anche al nostro Premio Emergente un anno fa), sia anche molto preparato, ma gli consigliamo caldamente di far riposare di tanto in tanto la brigata (ed il cliente) con qualche passaggio meno impegnativo. Detto questo ci godiamo comunque questa cucina di tecnica evoluta, di materia prima notevole (tra l’altro con l’orto di casa sempre largamente presente), che offre un’ampia serie di sfumature golose. Tante sono quelle positive, dai finti ravioli di alghe al risotto con sedano ed acciughe, dagli asparagi con uovo e mandorle alle linguine all’astice. Meno ci hanno convinto l’impepata di cozze e la sogliola con spugnole e midollo. Intorno un bel servizio di sala si avvale dell’accoglienza di una persona esperta come Simone Celeghin, assistito da un’equipe giovane e sorridente. E complimenti a Giancarlo Perbellini, supervisore del tutto, di aver messo su un altro ristorante di grande attrazione.
Novità importante del Campionato del Mondo della Pizza che si è svolto in questi giorni a Parma, è stato senza dubbio il Pizza World Forum. Mirato su una partecipazione internazionale di gran livello, presenti ad esempio alcune catene importanti come Domino’s Pizza, Fratelli La Bufala e con la partecipazione di Liam Colette GM di Pizza Express, oltre 2000 locali nel mondo. Come relatori si sono alternati personaggi come Giancarlo Perbellini, due stelle michelin, Nicola Ticozzi del Politecnico di Milano, Giuseppe Tirloni ceo di Carimati. Case history di PAsquale Cozzolino, Johnny Di Francesco, Luciano Farinelli (allo Shangri-là di Shangai). Si è parlato di innovazione a 360°, dagli ingredienti all’arredo dei locali, senza mai perdere di vista che la vera innovazione passa attraverso la figura del pizzaiolo. Complimenti agli organizzatori, coordinati da Massimo Puggina.
Questi i piatti della seconda giornata. Ricordiamo che per ogni nazione esce per primo il piatto di pesce già impiattato (tema lo storione) e dopo 35 minuti il piatto di carne posizionato sul vassoio di scena e poi impiattato per la giuria. Le squadre escono con dieci minuti di intervallo, per questo troverete nella sequenza i piatti di carne di una nazione dopo quelli di pesce che nel frattempo sono usciti.
Ieri prima giornata di gara. Molto bello ci è sembrato il piatto di pesce della Norvegia, nazione gran favorita, meno il suo vassoio. Ma belle cose le hanno mostrate anche alcune nazioni “minori” di questo Concorso, come ad esempio l’Islanda e l’Estonia. Insomma il livello medio aumenta e con queato anche i pericoli per il piazzamento italiano in gara. Vedremo domani cosa succederà, le prime undici nazioni (su venti) passeranno il turno. Metterei la firma sull’undicesimo posto.
Primo atto pubblico del Bocuse d’Or: il momento della spesa al Metro Market. Le venti squadre sono divise in due gruppi, seguendo i due giorni di gara di martedì, oggi e mercoledì, domani. L’Italia è nel secondo turno. I banchi sono splendidamente allestiti, la spesa è ben organizzata e non è cosa banale. Bisogna ricordarsi di prendere tutto, nella giusta quantità, il superfluo e gli scarti saranno negativamente considerati. Quasi tutti gli ingredienti sono di libera scelta, uno a sorpresa sarà obbligatorio. E i nostri sembrano ben organizzati e soprattutto velocissimi!
Nella bella sala Garden dell’Albergo dell’Agenzia a Pollenzo si è poi svolta la cena di gala della Selezione Italiana del Bocuse d’Or: benvenuto con varie sfiziosità firmate da Enrico Crippa e accompagnate dalle bollicine di Altalanga, l’antipasto (ottimo) di Orjan Johannessen con l’arneis del Consorzio del Roero, il risotto al Castelmagno con salsa al barbaresco del Consorzio firmato Piazza Duomo (ringraziamo anche Acquerello e Guffanti), la coscia d’oca glassata con spezie e zucca con il barolo del Consorzio firmata da Piazza Duomo (ringraziamo Metro per la carne), il cioccolato salato con cremoso di noccioli con il Moscato d’Asti in magnum del Consorzio firmato Perbellini con la piccola pasticceria accompagnata da caffè Lavazza e distillati Berta. Bella cena ad alto livello, sia per quanto servito, sia per il perfetto servizio, sia per la qualità degli ospiti presenti.