La professionalità si vede dai dettagli, come la piccola colazione al mattino, come il room service, come anche l’accueil in questa bella sala al primo piano del Resort. Come dire cambia la consulenza, (prima Vivalda, poi Cannavacciuolo, ora Fabrizio Tesse), ma non la sostanza della proposta. Alberto bai è il nuovo chef residente, giovane, già incontrato a Emergente dove per altro si era ben distinto. Lo ritroviamo con il peso delle nuove responsabilità, peso che comunque riesce bene a gestire assicurando gusto e sapore in ogni portata e non sono ricette banali. Segno che dietro le quinte c’è una brigata affiatata alla quale critichiamo forse un eccesso di zelo, e cioè di ingredienti o guarniture aggiunte non tutte utili al risultato finale. Il benvenuto è appariscente con la corteccia d’albero (anche se non siamo in montagna), più eleganti gli antipasti con le ostriche e il velo di calamaro decisamente intriganti, troppo carichi i primi, sugli scudi il capretto e curata la pasticceria. Insomma un buon pranzo con il confort di una sala capace ed attenta. Ultima menzione alla buona selezione di formaggi e alla cantina ben dotata (non solo dei vini della azienda proprietaria della strutttura).
Fabrizio Tesse
Mancavamo da oltre 20 anni, a quei tempi Bartolini era il direttore, Fabrizio Musso giovane assistente e Vito Andresini al food&beverage, erano i tempi della prima ristrutturazione dell’albergo. Oggi si rinnova ulteriormente affiancando all’ottima ospitalità anche una ristorazione di livello. La famiglia Buratti è sempre al comando, i due fratelli cresciuti e oggi responsabili, Fabrizio Musso è diventato direttore e Giuseppe, fratello di Vito, è maitre del ristorante Carignano. Il progetto è ambizioso, il vecchio ristorante si è moltiplicato per 3. La bella e nobile sala è ora riservata agli eventi, tra qualche settimana aprirà il bistrò con affaccio diretto sulla strada, e dall’altra parte è stata ricavata una piccola sala per il gourmet. A guidarla Fabrizio Tesse, tanti anni con Cannavacciuolo e poi da solo sempre ad Orta che ora raddoppia, anzi triplica con il prossimo bistrò, le sue responsabilità. A dargli man forte e presenza continua è il giovane Marco Miglioli, capace e brillante che gestisce una bella brigata. Ci propone un menù lungo ed ambizioso, che spazia tra tanti generi alternando ingredienti nobili a quelli meno nobili, con larga presenza di foglie e radici. Menù impegnativo, ma che si mantiene leggero, grazie all’attenzione ad evitare salse e intingoli pesanti, con un occhio anche alla presentazione, ma senza arrivare all’esasperazione. Il tutto scorre in modo piacevole e naturale, con il carpaccio di ostrica, la testina fritta e il cervo che lasciano il segno, mentre dei ravioli troppo sottili e un ombrina troppo cotta ci sono piaciuti di meno.
Gran finale a Seiano, la vera patria di Gennarino, con il lungomar einvaso da chef, street food e pizzaioli, mentre in fondo alle Axidie la Bengodi del dolce con zeppole e babà come se piovesse. Il tempo è stato favorevole e la risposta dellla gente, operatori ed appassionati, impressionante. Un altro bel successo per Gennarino ed il suo team.
Non poteva presentarsi in modo migliore Andrea Napolitano, non tanto dal punto di vista gastronomico, (è appena arrivato in questo bel Palazzo Marziale e diamogli quindi il tempo per ambientarsi e proporci la sua linea di cucina), quanto per il suo spirito etico. Ha organizzato, in pieno accordo con la proprietà (Paola Savarese) e con l’amico Fabrizio Tesse (ristorante stellato di Orta), una cena a favore dell’Unicef con un menù di basso scarto e basso costo, e con ricavato a favore appunto dell’Unicef e inoltre una vendita di “pigotte”: ogni pigotta permette l’acquisto di un kit di lunga sopravvivenza proteica per i bambini che soffrono la fame nel mondo.Nei suoi piani è anche non solo “donare”, ma anche “formare”, cioè andar giù in Africa a far lezioni di cucina alle giovani donne.
Cristiano Tomei non solo è un bravo chef, ma anche un trascinatore grazie all’ empatia, carica e passione che riesce a trasmettere conquistando chi lo ascolta. E non è solo capacità di comunicazione, ma anche ottima tecnica e palato giusto, quello che ci vuole per fare piatti come il suo riso (non risotto) con olio e foglie di olivo al profumo di tabacco. E dopo di lui gli chef francesi hanno confermato al loro professionalità e i due chef italiani, Servetto e Tesse, l’amore per questo territorio così ricco di prodotti. Si chiude l’evento, ci diamo già appuntamento per il 2016, grazie alla crescente condivisione e partecipazione del pubblico e dei produttori.
Una grande esperienza con il bravissimo Tonino Cannavacciuolo a Villa Crespi, ed ora da qualche tempo la responsabilità di un locale tra l’altro poco distante. Siamo nel caratteristico centro storico in quest’antica Locanda di Orta, con poche camere e una ristorazione che nel piccolo si diversifica non poco: nella bella stagione (che quest’anno latita) sulla terrazza in alto, un posto veramente bello (con il sole), e poi in cantina o nella saletta al primo piano che ha pure un microterrazzino per un tavolino. Insomma non ci si annoia, e anche con il cibo, in quanto Fabrizio è chef capace, bravo, si dispiega in un menù vario e completo, del quale qui riportiamo una piccola serie di assaggi che hanno completato un signor aperitivo.
C’era molta attesa all’ Hotel Regina Isabella di Ischia per la serata di Antonino Cannavacciuolo.