E’ sempre una festa la serata delle tre forchette del Gambero Rosso, e quest’anno la vera festa l’ha fatta Niko Romito, salito da solo al vertice della guida con un punteggio di 96. Un bel traguardo per uno chef che fino a due tre anni fa era ancora considerato (non da noi, ma da molti) uno chef emergente. Il Gambero Rosso rompe così un equilibrio che sembrava stabile: quello di Massimo Bottura al vertice secondo tutte le guide. L’unanimità non c’è più e si apre il dibattito. La sfida del futuro sarà tra loro due? Difficile dirlo, secondo noi sono più complementari che antagonisti con un Massimo che sembra sempre più consolidare il suo primato etico e internazionale mentre Niko sembra percorrere con successo una strada più concreta ed imprenditoriale. Secondo noi all’Italia servono, e molto, entrambe le cose.
Cristoforo Trapani
Il sole ha illuminato la seconda giornata e con il sole è veramente tutta un’altra cosa. Il chiostro ha accolto veramente tanta gente e molto seguiti sono stati i tanti eventi che le associazioni territoriali avevano organizzato. Al cooking show si sono alternati un elegante Giorgio Servetto, il giovane Andrea Masala, debuttante per Meditaggiasca, da poco al timone della Locanda dell’Asino. Poi l’esuberanza di Nikita Sergeev che ha proposto un’interessante cespo di lattuga ripiena, e il pasticciere di Taggia Andrea Setti con i suoi dolci ispirati al territorio. Altra presenza importante Cristoforo Trapani, subito simpatico a tutti, ha portato i rigatoni fritti e dolci farciti e dei raffinati tortelli di pollo. Gran chiusura con Manuel Marchetta, con un’elaborata insalatina di seppie di non facile costruzione ed euilibrio. Un’edizione che ha visto il Comune passare all’Oro di Taggia e al Consorzio del Moscatello l’onere organizzativo, e l’impegno da parte loro non è certo mancato. Ultimo atto: Premio Meditaggiasca a Paolo Raibaudo presidente del Consorzio Valle Argentina, e brindisi finale accompagnato da un pasta improvvista all’ultimo momento dall’infaticabile Nikita Sergeev.
Sara Guastalla del magnolia di Forte dei Marmi, e Alberto Faggi del Palagio di Firenze sono i due vincitori di Emegente Sala centrosud. Menzione di merito a Gianmarco Iannello, migliore nel trovare gli errori di una carta dei vini. Questo il verdetto al termine della lunga giornata che ha visto sfidarsi 7 concorrenti dal mattino a metà pomeriggio attraverso le due prove, di teoria e di servizio al pranzo. C’è stato davvero molto interesse attorno a questa competizione che vuole attirare l’attenzione su un tema così ancora poco trattato come quello della sala. torneremo sull’argomento, per ora ringraziamo i tanti che hanno sostenuto questa iniziativa, in primis la Famiglia Cecchi, vini toscani ed umbri e anche un ottimo olio, il caffè Kimbo con le sue simpatiche “cuccume” che hanno dato un tocco di napoletanità ed allegria, Marta Enrica e Dominga Cotarella, le tre bravissime sorelle che stanno dando vita ad IntreCCCi, una scuola di alta formazione della sala e che hanno donato ai vincitori una borsa di studio, l’olio De Carlo, Giuseppe Di Martino del Pastificio dei Campi, sempre prezioso con i suoi suggerimenti, i tartufi di Toscobosco, l’acqua San Pellegrino, e altri ancora. Grazie all’ospitalità squisita della famiglia Pagano proprietaria dell’albergo e dell’azienda San Salvatore, a Raffaele Barlotti con le sue squisite mozzarelle, a Luciano Pignataro grande voce del sud e anche di questo evento, e infine a Barbara Guerra ed Albert Sapere ideatori di LSDM, un piccolo grande evento.
Bella cena ieri sera nell’ambito di LSDM al Tre Olivi del Grand Hotel Savoy. Allo chef di casa, Matteo Sangiovanni, si sono affiancati Cristoforo Trapani con un carciofo di possente fisicità (con la finta carbonella al centro della sala), Antonello Colonna con una creativa carbomatriciana, Errico Recanati con una pregevole royale. Matteo da parte sua ha presentato i tubettoni pastificio dei Campi con un vigoroso intingolo con alghe e scorfano. Vini di San Salvatore e pane premiato del Cambio di Torino.
Bere o affogare: essere catapultato in un’importante realtà diversa e impegnativa come l’Hotel Byron, cinque stelle di Forte dei Marmi, con l’annesso Magnolia (una stella michelin) è sicuramente un rischio, ma anche una sfida. E dobbiamo dire che Cristoforo Trapani la sfida l’ha vinta. Non solo ha mantenuto la stella, ma, cosa più importante, sta maturando come cuoco e come leader di una brigata giovane, numerosa e valida. Lo vediamo dal reparto pasticceria, dove opera una giovane pasticciera brava che per altro chiude con un gran dessert l’ottimo pranzo (solo troppo lungo). Ma anche i numerosi assaggi che hanno accompagnato le due ore di pranzo denotano classe e maturità. Certo a volte c’è un eccesso di leziosismo e rifinitura a scapito dell’immediatezza del messaggio e della spontaneità, a volte qualche cottura non è al punto ottimale, ma nel complesso ci sembra che Cristoforo si presenta molto preparato ad affrontare la sua seconda e impegnativa stagione.
Interrompiano gli eventi di Zurigo e Vienna (che riprenderemo domani) per una parentesi importante: il momento topico per i guidaioli, ovvero la presentazione della nuova guida Michelin. E’ sempre l’occasione per ritrovarsi, confrontarsi, cercare di capire i differenti punti di vista nel rispetto reciproco che sempre deve esistere. E’ una guida fatta da gente preparata che ha alle spalle tanta esperienza. Quest’anno relativamente poche sono le novità, soprattutto nella zona alta della classifica: due sole nuove 2 stelle (ma praticamente una sola, al bravissimo Peter Girtler dello Stafler di Mules, in quanto Perbellini già l’aveva, anche se a un differente indirizzo) e nessun nuovo 3 stelle. Insomma quasi calma piatta in alto. Anzi andiamo perfettamente in pari con la stella persa di Scabin, che facciamo fatica a capire perchè. Lo chef è geniale, e per giunta completato di una formidabile brigata dove spicca Giuseppe Rambaldi, uno dei migliori souschef d’Italia che garantisce la continuità. Più numerosi ovviamente i nuovi stellati. Siamo personalmente contenti di ritrovarne tanti felicemente passati da Emergente: Federico Belluco del Dopolavoro di Venezia, Edoardo Fumagalli della Locanda del Notaio, Oliver Piras de l’Aga ultimo vincitore, Cristoforo Trapani alla Magnolia, Cristian Torsiello all’Arbustico, Andrea Cannalire del ristorante Il Cielo, inserito nel Relais La Sommità di Ostuni, Alessandro Dal Degan del ristorante La Tana, Antonia Klugman del ristorante l’Argine…. Un plauso a tutti loro. Chiudiamo con le stelle perse. Alcune sono scontate, due sono da commentare, la Gallina a Gavi, un bellissimo ristorante con uno chef capace e per finire Paolo Teverini. Paolo fa parte della vecchia guardia, è un vero peccato, speriamo sappia reagire con la forza d’animo e la saggezza che lui sa avere nei momenti difficili: stiamogli vicini.
E qui riproponiamo alcune immagini dell’ultima giornata, sicuramente la più densa di emozioni, con le premiazioni dei ristoranti meritevoli del centrosud (e ringraziamo veramente i tanti ristoratori arrivati anche da lontano), e poi la finale del Premio miglior Chef Emergente d’Italia 2015. Come sapete Olvier Piras dell’Aga di San Vito Cadore ha vinto su Gianfranco Bruno de La Masseria del Falco di Forenza e su Nikita Sergeev de L’Arcade di Porto San Giorgio. Ancora complimenti a loro e penso sia interessanti rivederli in queste foto.
In copertina la premiazione della Guida del Touring Club nella giornata dedicata agli alberghi seguita da Teresa Cremona con Fiorenza Frigoni e Arianna Fabri della direzione del Touring, e a seguire l’emozione di aver avuto la presenza per tutto l’evento dell’ambasciatore del Giappone in Italia Kazuyoshi Umemoto, e infine la finale della gara miglior pizzaiolo emergente d’Italia 2015 vinta da Elio Santosuosso. Tre momenti importanti seguiti da qualche migliaio di visitatori attenti ed interessati.
Piazzetta Milù a Castellammare
Difficile non apprezzare Cristoforo Trapani, ha dalla sua la passione e la simpatia, ci mette tanto impegno e spesso vuole un pò strafare, ma è anche una caratteristica dell’esuberanza giovanile. Questa volta (parliamo di Piazzetta Milù) è contornato da altri giovani (i fratelli Izzo) che gli fanno da giusto controaltare in sala. Insomma ci sono i presupposti per una serata memorabile, ma avevamo fatto i conti senza pensare che era sabato sera, e le nostre aspettative sono andate parzialmente disattese. Sì, perchè la Piazzetta qualche difetto di fondo ce l’ha: una cucina piccolissima, il convivere di vari generi (brace e cucina d’autore) il che non aiuta, i tanti coperti che di sabato sera rallentano enormemente il ritmo della cucina e del servizio, e moltiplicano le approssimazioni delle ricette. Ma nonostante tutto siamo stati bene, apprezzando la competenza nel servizio dei vini, e osservando la bella varietà delle ricette proposte. Rimandiamo ad un’altra esperienza un giudizio più attendibile, ma almeno ricordiamo le ricette per noi migliori: le triglie con friarielli e mandarino, la spigola alla brace, il dessert alle nocciole. Un plauso anche a Milù (Michele e Lucia) che completano la bella accoglienza di questo locale.
Ed ecco ancora le foto della finale, il momento più atteso, quello di conoscere il vincitore. Ormai lo sappiamo: Matteo Metullio ha vinto il Premio Miglior Chef Emergente d’Italia 2014. Arrivederci a Cooking for Art Finale 2015, ma prima c’è l’evento di Milano che è ormai vicino:
Vi aspettiamo a Cooking for Art Milano, in via Tortona 32, da sabato 29 novembre a lunedì 1° dicembre.