E c’è anche la festa del Pomodoro. Organizzata da Solania, non si è fatta mancare nulla: il vento e la pioggia che come si sa sono di buon auspicio, soprattutto nella superstiziosa regione campana; la reginetta della Festa, Veronica Maja a presentare il tutto tra lazzi, musica e tarantella. Non certo una festicciola, visto la calca che ha preso d’assalto anche i vari stand dove i pizzaioli hanno dimostrato che pur d’apparire riescono a sopravvivere in qualunque occasione, senza piatti per sporzionare la pizza, senza rotella per tagliare, senza contenitore per servire, senza tovaglioli per porgere. Non c’era, come abbiamo già detto il sole, ma un raggio di luce ce l’ha dato la buona e bella coppia del Presidente, Laila e Paolo, che ha coccolato nell’ordine Barbara Guerra, per diritto femminile, (visto anche la sua eleganza,) Luciano Pignataro, per diritti di presenza fisica, il sottoscritto perchè tanto si accontentava di porzioni cremona. A parte ogni cosa complimenti a Giuseppe Napolitano per aver aperto la sua azienda e per aver coinvolto in modo simpatico e familiare tutti i lavoratori e collaboratori dell’azienda.
Barbara Guerra
Contaminazioni di pizza ieri sera all’Apogeo, la pizzeria di Massimo Giovannini a Pietrasanta che vanta un ampio prato che d’estate è sede di vari eventi, come per l’appunto queste Contaminazioni tra pizza e chef che hanno il doppio scopo di mescolare l’estro di tanti artigiani e raccogliere fondi per Dynamo Camp. Divertimento assicurato tra cocktail e stuzzichini d’autore di Giuseppe Mancino, pizze alla napoletana e alla romana, focaccie alte e soffici e panettone estivo. Tutti da applaudire anche per la spontaneità e l’informalità dell’evento che senza tante pretese alla fine è stato veramente piacevole.
Seconda edizione di Emergente Pizza Campania al Circolo Posillipo. L’occasione è “Freskissima” al Circolo Posillipo, l’evento charity organizzato e voluto da Claudio Zanfagna per raccogliere fondi destinati ad attività benefiche. La terrazza del Circolo accoglie i visitatori con numerose postazioni di pizza fritta (Sorbillo), braceria, formaggi, birre e dolci. Ma lo spazio più importante è sicuramente quello destinato alla competizione della pizza. Tema obbligato la margherita e ad accogliere i pizzaioli una giuria composta da numerosi esperti: giornalisti del Gambero Rosso, di Pizza e Core, di Repubblica dei Sapori, de La Buona Tavola, Tommaso Esposito, Barbara Guerra di 50 top Pizza, Attilio Albachiara, Stefano Callegari e altri noti pizzaioli. Riceviamo inoltre le gradite visite di Guglielmo Vuolo, Francesco Martucci, Gino e Totò Sorbillo (quest’ultimo ex vincitore di Emergente Pizza). Presenti anche il rappresentante del Forno Valoriani, Stefano Pistollato e Nicola Demo per Agugiaro e Figna, Giuseppe Napoletano per Solania. E questo è il giovane ma agguerrito scheiramento dei concorrenti: Francesco Pone di Hashtag Pizza in Cantina a Vairano Scalo; Antonio Rusciano di Olio e Pomodoro di Napoli; Nicola Falanga di Haccademia di Terzigno; Marco Pellone di Ciro Pellone a Napoli; Francesco Scapece de La Locanda dei Feudi a Salerno; Matteo Orilia de Il Giardino degli Dei a Salerno; Carmine Nunziata di Metamorsi a Nola; Salvatore Pelorosso di Di Matteo Le Gourmet a Napoli; Francesco Di Ceglie di Il Monfortino a Caserta; Carmine Paduano di Antonio &Antonio a Napoli; Pasquale Gueli di Zia Esterina a Napoli; Alessandro Di Gennaro di Daniele Gourmet a Avellino e Simone Esposito di Pizzeria Napoli a Napoli. Passano il turno Francesco Pone, Francesco Capece, Carmine Nunziata, Salvatore Pelorosso, Carmine Paduano, Simone Esposito.
Sappiamo cosa fare fino al 24 luglio: scopriremo ogni settimana una robusta dose di pizzerie selezionate da un nutrito e competente manipolo di recensori (anonimi e insospettabili) sparsi lungo la penisola. Una robusta anteprima ci è stata fornita ieri sera al Baglioni, ma il vertice sarà per l’appunto centenillato fino al gran finale. Se i recensori sono occulti conosciamo benissimo team di guida, e, confessiamolo, abbiamo un debole per loro. Sono come fratelli e sono bravissimi, quindi il prodotto non potrà che essere più che buono. Poi è chiaro, sempre una guida è, e nessuno è infallibile, ma di sicuro sarebbe difficile fare di meglio.
La conduzione di Emergente Sala non ci ha permesso di seguire con attenzione il Congresso LSDM. Ma qualche breve scappata a vedere almeno qualche intervento l’abbiamo fatta e ci ha confermato l’interesse e l’attenzione con la quale le esibizioni degli chef sono state seguite. D’altronde Albert e Barbara hanno saputo portare qui il fior fiore da tutto il mondo e quando dico “qui” si intende Paestum che non è certo Milano o Roma. Quindi doppia lode a loro. Altri ricordi: la pioggia, che ha movimentato non poco e fatto cambiare alcuni programmi, e finiamo con due ottimi assaggi tratti dalla cena di chiusura: la gran carne di Bifulco, e la pasta e patate di Beppe Guida. Arrivederci a LSDM 2019.
Al mattino gli 8 finalisti cominciano presto la giornata: prima il sorteggio di abbinamento ai vari temi obbligati legati agli sponsor di Emergente Sala e di ordine di esibizione, poi per tutti la prova di individuare gli errori in una carta dei vini artefatta ad arte. Alle 10,30 tutti in sala di fronte alla giuria e al pubblico per rispondere alle domande, partendo dal tema obbligato legato agli sponsor. Una gara movimentata dove i finalisti mettono in luce la loro preparazione e disponibilità. Si dimostrano abili e capaci, anche di rispondere a domande non facili. Finiamo alle 13, e siamo quindi pronti alla prova più importante: il servizio al tavolo.
Serata di benvenuto e come da tradizione è agli Oleandri, un ampio resort firmato da Antonietta Pagano che lo gestisce con l’aiuto dei figli. Una serata che vede alcune delle migliori trattorie campane a confronto sul tema del “carciofo” che qui a Paestum è tardivo e speciale. Una serata rilassante per tutti in vista dell’evento. Ormai ci siamo, al via di LSDM undicesima edizione e per noi di Emergente Sala Centrosud. Chi saranno i finalisti che andranno ad affiancare quelli del Nord? Lo vedremo oggi e domani.
Massimo Bottura presenta il suo libro a Napoli e poi poco distante eccoci a cenare in un ristorante un tempo famoso che di recente è stato rinnovato e riaperto. Una serie di saletta con forse un pò troppi tavoli e coperti conducono all’ultima saletta dove si affaccia anche la cucina. Dentro una giovane brigata condotta da Pasquale Cocozza e Antonio Prota, trentenni. Fuori all’accoglienza e al servizio Antonio Triunfo, figlio dei fondatori, che dà quindi continuità a questo nobile indirizzo, e Gaetano Russo. Sono occasioni dove è difficile giudicare, però registriamo con piacere questa riapertura di un locale che a fine dello scorso millennio ha dato tanto alla città.
Città della Pizza, il Convegno
L’importanza della pizza ci sembra ormai un valore acquisito, eppure fino a qualche anno fa la pizza non era considerata tale da nessuno, a cominciare dai pizzaioli stessi che (salvo eccezioni) poco ci credevano e speravano solo che i propri figli prendessero altre strade. Oggi per fortuna non è più così e se le cose sono cambiate si deve a tanti, a cominciare dai pizzaioli che ci hanno creduto e che hanno contributo a fare la svolta, e al pubblico che ha risposto con altrettanto slancio. Anche noi giornalisti abbiamo al riguardo dei meriti e a questo convegno che ha inaugurato l’evento della Città della Pizza erano presenti forse quelli più storici e rappresentativi.
E’ proprio bella la sala dei Tre Olivi, arredata per l’appunto con il legno dell’olivo in vari effetti e combinazioni particolarmente riuscite. E’ il ristorante del Grand Hotel Savoy Beach, uno degli alberghi migliori di Paestum per la qualità complessiva, per il largo respiro degli spazi e l’attenzione ai dettagli. Dietro è la famiglia Pagano, ben nota per le tante attività (oltre all’Albergo, l’azienda vitivinicola San Salvatore e il nuovo progetto di ristorazione e vendita La Dispensa). Il servizio è affidato all’esperto Giovanni Celentano, la cucina all’altrettanto navigato Matteo Sangiovanni, i vini sono quelli dell’azienda (ma volendo si può scegliere da una carta ben fornita), le mozzarelle pure sono autoprodotte. Ci sono insomma tutti i presupposti per mangiare bene in un bell’ambiente. E in effetti ci si sta proprio bene, non solo per la piacevole compagnia ma anche per il resto di standard sufficiente. Per puntare più in alto magari aiuterebbe anche una presenza femminile a rendere meno formale la sala e uno chef che si possa permettere un’ ampia concentrazione sui dettagli di cucina che fanno la differenza (Matteo è fin troppo assorbito da tante incombenze).