Non c’è descrizione ma solo classificazione, più che una guida è quindi mettere in fila la ristorazione italiana. Conosciamo bene i curatori e ci si può fidare, poi come tutte le classifiche ognuno ha la sua. Ci piace la divisione per prezzo, meno quella per categoria. Che senso ha definire trattoria/osteria la prima fascia della ristorazione e poi metterci locali come Retrobottega del bravo Giuseppe Lo Iudice, tanto per fare un nome (che di sicuro non appartiene a questo genere)? Ci piace anche che non sono stati privi di coraggio (premiando nella prima decina molti ristoranti che in genere per tanti vanno nella seconda decina e viceversa) anche se personalmente non condividiamo molte di queste scelte. I curatori sono del sud e si avverte con una larga presenza della regione Campania nella fascia alta, ma siamo i primi a dire che premiare il talento di Oasis o di Nino Di Costanzo è cosa giusta e sacrosanta. Un plauso aver rimesso al centro del paese (direbbero così i francesi) un Gabriele Bonci fin troppo penalizzato nella classifica della pizza e per il veder alcuni giovani chef da noi particolarmente amati posizionati in alto (Antonia Klugmann, Gianluca Gorini, Alessandro Dal Degan ecc..). Al vertice è l’Osteria Francescana. Credo che questa sia poi la cosa più importante. Abbiamo molti ristoratori e chef di grande prestigio e bravura, ma Massimo Bottura per sostanza, forma, carisma, reputazione internazionale e azione sociale per noi rimane fuori discussione al vertice di ogni possibile classifica.
Barbara Guerra
Nuova edizione di LSDM e nuovo corso: non più cucina dal vivo, ricette spiegate, cuochi al lavoro. Largo spazio ai microfoni e anche qui scelte coraggiose degli organizzatori (Barbara Guerra, Albert Sapere, Luciano Pignataro): parlano a lungo uno dopo l’altro quelli che in genere parlano poco (pizzaioli e chef), mentre i giornalisti in genere loquaci vengono messi tutti insieme, e gestiti in meno di un’ora. A favore è l’ampiezza trasversale e la varietà delle tematiche affrontate, a sfavore secondo noi l’eccessiva lunghezza di alcuni interventi e lo sforamento degli orari. Però LSDM rimane uno degli eventi più piacevoli e interessanti del circuito enogastronomico, il migliore di tutto il Sud, e non solo.
In occasione di LSDM, il Congresso di Barbara Guerra e Albert Sapere che si è svolto al Grand Hotel Savoy di Paestum, siamo stati a Gli Oleandri Resort. I due alberghi sono in un certo senso collegati per vincoli familiari (famiglia Pagano e Desimone), due nuclei familiari alti, prestanti, belli, di imprenditori capaci. E sia il bel buffet serale, che la prima colazione al mattino, lasciano un bel ricordo positivo di ordine, qualità e pulizia.
LSDM edizione 2020, cambia pelle e si rinnova ma non dimentica i giovani in cucia e in sala.
Torna l’appuntamento con LSDM, il congresso internazionale di cucina d’autore quest’anno è in programma il 2 e 3 Ottobre al Savoy Beach Hotel di Paestum (SA) e girerà intorno ai temi di sostenibilità, etica ed estetica.
Tante le novità, ad esempio non ci saranno i consueti cooking show che hanno accompagnato le edizioni precedenti, stavolta infatti i cuochi verranno impegnati in dei “tavoli di lavoro”. Una scelta che ha uno scopo ben preciso, quello di valorizzare gli aspetti culturali e umanistici dell’alimentazione in modo da comprendere ogni aspetto che si nasconde dietro la realizzazione di un piatto, andando oltre la semplice tecnica messa a punto dal singolo interprete. Saranno presenti come sempre chef di calibro internazionale, giovani promesse ed esperti di cucina ma anche numerosi studiosi e professionisti del settore proprio per intraprendere un approccio in qualche modo “diverso” al mondo del cibo. Inoltre, per la prima volta LSDM 2019 sarà un evento completamente eco-friendly, con l’uso di soli materiali riciclabili e plastic free, un’iniziativa da cui prendere spunto in questo momento di estrema urgenza ambientale. Tanti gli ospiti che prenderanno parte alla kermesse come Cesare Cunaccia, giornalista e trendsetter, Marco Malaguti, esperto di nutraceutica, Lucia Galasso, antropologa dell’alimentazione, Nicoletta Poliotto, specialista in food marketing e tanti altri.
Si è conclusa il 4 Settembre a Napoli la V edizione del Trofeo Pulcinella. Nell’Arena del Gusto del Villaggio del Bufala Fest, manifestazione sponsorizzata da Le 5 Stagioni, 120 pizzaioli italiani e stranieri si sono impegnati in tre diverse categorie di gara: “Tradizionale”, “Contemporanea” e “Senza Glutine”.
L’evento, presieduto da Attilio Albachiara e organizzato dall’Associazione Mani d’Oro, prevedeva la votazione di una giuria tecnica e di una giuria popolare che hanno decretato i seguenti vincitori: per la categoria pizza “Napoletana” la giuria tecnica ha assegnato il primo posto a Pasquale Miele, mentre la giuria popolare ha decretato vincitore Ken Imai. Per la categoria pizza “Contemporanea”, la giuria tecnica ha premiato al primo posto Giacomo Garau, la giuria popolare invece ha assegnato il primato a Salvatore Capasso. Infine, la kermesse si è conclusa con la premiazione per la categoria pizza “Senza Glutine” dove il vincitore assoluto è stato Aniello Mansi.
“50 TOP PIZZA”: A LORENZO SIRABELLA DEL DRY MILANO IL PREMIO “GIOVANE PIZZAIOLO DELL’ANNO”
La terza edizione della prestigiosa guida internazionale incorona ancora una volta il giovane pizzaiolo Sirabella del locale di via Solferino tra le 50 migliori pizzerie d’Italia
dalla Redazione
E’ stato assegnato a Lorenzo Sirabella del Dry Milano il premio speciale “S. Pellegrino & Acqua Panna – Giovane Pizzaiolo dell’Anno” per il 2019.
La stagione 2018-1029 non poteva concludersi in modo migliore per il locale di via Solferino, che anche quest’anno ha scalato la classifica di “50 Top Pizza”, piazzandosi tra le prime 50 migliori pizzerie d’Italia, per la precisione al 32esimo posto. Il verdetto è arrivato ieri sera al Teatro Mercadante di Napoli, città simbolo della pizza italiana, nel corso della cerimonia di premiazione delle migliori 50 pizzerie d’Italia e del mondo, atto conclusivo della cavalcata 2019 di “50 Top Pizza”, la prima e più importante guida online di settore giunta quest’anno alla sua terza edizione. Ad essere giudicato, in completo anonimato dagli ispettori della guida, è stato il progetto pizzerie in toto, quindi non solo la qualità della pizza e degli altri prodotti proposti, ma l’insieme dei servizi offerti al cliente, la sala, l’ambiente, la carta delle birre, dei vini e degli oli, per un totale di oltre 1.000 pizzerie recensite nel solo Belpaese.
Ventisei anni, napoletano di origini ischitane, Sirabella, grande specialista di impasti e abbinamenti sempre nuovi da sperimentare, già vincitore lo scorso anno della selezione Pizza Chef Emergente del Nord Italia, è approdato nel 2018 a Milano dopo innumerevoli esperienze di lavoro in pizzerie partenopee, tra cui la celebre Pizzaria La Notizia del maestro Enzo Coccia, collaborando di recente con lui anche per la stesura del suo libro “Pizza Fritta”.
Il premio speciale di “50 Top Pizza” per Dry Milano arriva a conclusione di una stagione più che mai vivace grazie a una nuova carta dei cocktail, firmata dal bar manager Federico Volpe, e a un menù delle pizze rinnovato di settimana in settimana seguendo sempre la stagionalità dei prodotti, merito appunto dell’arrivo di Lorenzo Sirabella e di altri nuovi professionisti all’interno della squadra, che si avvale sempre della preziosa supervisione dello chef stellato Andrea Berton.
Franco Pepe, la pizza e non solo
authentica è l’ultimo gioiello di Franco Pepe, come autentico è Lui, da quando ha avuto il coraggio di fare il suo percorso allontanandosi dal locale di famiglia, scegliendo un posto nascosto nel centro storico allora decadente e immaginando una pizza che a quell’epoca non c’era, non tanto nella sua sostanza concreta, quanto in quella ben più difficile da ideare del suo valore aggiunto di traino di tutta la ristorazione campana. In pochi anni è cambiato il mondo, è cambiata Caiazzo, ed è cambiata la pizza che oggi domina la scena, non solo campana. Il merito è di tanti, non ultimi anche noi giornalisti che abbiamo puntualmente segnato e stimolato il settore, a cominciare da Luciano Pignataro a Barbara Guerra e Albert Sapere per arriv are a tanti altri in un coro non sempre accordato ma comunque funzionale per gli effetti che ha avuto. Ci ritroviamo dopo qualche anno in quello che era un rudere e che oggi è il Paradiso della Pizza, con il suo mentore Franco Pepe. Ed è sicuramente bello chiacchierare con lui e pensare a come spostare l’asticella ancora più in alto. Mai fermarsi Franco!!!
Il festoso buffet di benvenuto dà il via all’evento e subito i concorrenti al lavoro per preparare l’impasto, la base della seconda prova. Sono undici: Francesco Napoleone della pizzeria Gaetano Fazio ad Ischia, Nicola Falanga della Pizzeria Haccademia a Terzigno, Mario Severino di Pizzeria Ciarly ad Ischia, Carmine Argenziano che lavora presso la pizzeria Vincenzo Capuano di Napoli, Emanuele Riemma di PizzaNova, Antonio Caruso pizza chef Da Carusino Arrosti Pizze e Dintorni ad Ischia, Domenico Di Donna di Pizzeria Le Parùle a Torre del Greco, Emanuele Massimo che lavora presso Il Massimo della Pizza, Ivan di Leva di Pizzeria Basilico a Caivano, Riccardo Velluso di Pizzeria 10 a Bagnoli ed infine Edgardo Ippolito di Fratelli La Bufala sempre a Napoli. La prima gara ha il tema obbligato: pizza margherita e come giustamente sottolinea la giuria (composta da Pasquale Palamaro, Barbara Guerra, Bruno Sodano, Antonella Amodio, Graziano Bertuzzo) ognuno la interpreta in modo differente. Il fattore chiave sono le differenti tipologie di impasto e la cottura. Comunque il livello è alto e i concorrenti preparati. A fine gara il convegno: la pizzeria oltre la pizza, con l’intento di sottolineare l’esigenza crescente nel cercare di offrire ai clienti un ambiente e un servizio sempre più curato e piacevole. Il dibattitto è animato, intervengono sull’ambiente Renato Arrigo e Fabrizio Zonta, sul servizio Ciro Fontanesi di Alma e Tommaso Mascolo del Regina Isabella. Aperitivo con le pizze firmate da Nino Di Costanzo e Pasquale Palamaro, chef stellati dell’isola, pizze che trovano ampio e giusto riscontro e poi chiusura con la cena di gala preparata del team di Dolce&Salato guidato da Giuseppe Daddio che per l’occasione utilizza ampiamente le farine di Agugiaro&Figna dal pane ai dessert passando attraverso le tante proposte del menù.
Pasticcieria Pepe a Sant’Egidio
Sosta golosa per salutare Barbara Guerra tra le mille tentazioni dolci di Alfonso Pepe, grande pasticciere campano. E grazie ad Alfonso per le coccole ricevute e le deliziose zeppole che ci ha fatto assaggiare. Ma è sui lievitati tradizionali che forse esprime il meglio: provate la sua Colomba, che si avvia a ripetere il successo del panettone.
La prima volta di Emergente Pastry Chef, gara riservata ai giovani under 30 pasticcieri di ristorazione, non poteva essere che al Sigep. Ed eccoci nello stand Olitalia che supporta il premio che è anche un’occasione per lanciare e parlare di Evoloso, il nuovo olio evo dedicato alla pasticcieria. Gianni Tognoni ed Anna Baccarani presentano l’Evoloso, il nuovo olio e cinque noti giurati si apprestano al giudizio. Sono Elsa Mazzolini, Nerina di Nunzio, Barbara Guerra, Luigi Franchi e Maurizio Pelli. In gara: Alberto Ziggiotto di Gellius, Elisa Zanelli di Rose Salò, Cristina La Capra dell’Hotel Bulgari, Francesco Gatti dell’Excelsior Gallia, Christian Marasca de Zia Restaurant, Melissa Dolci di Piper e Andrea Bosini di Inkiostro, poi ritiratosi (purtroppo il piatto di servizio si è rotto durante le preparazioni). Ognuno di loro doveva preparare un dessert al piatto e tre finger salati. Il premio pasticcieria salata è andato ad Alberto Ziggiotto, quello di dessert al piatto a Melissa Dolci e il premio assoluto appannaggio di Elisa Zanelli, la giovanissima pasticciera di Rose Salò. Ottimo il contenuto tecnico e molto forte quello emozionale: i ragazzi hanno sentito grandemente la prova, erano visibilmente emozionati, hanno lasciato una scia di professionalità e freschezza: bravi tutti, molto bravi.