E’ confortante vedere locali belli ed eleganti come quest’Acanto del Principe di Savoia a Milano, anche molto frequentati. Merito della sala ben gestita da Enrico Rizzo, merito del prezzo corretto e non esagerato rispetto alla qualità della proposta e merito infine di Alessandro Buffolino che si sta dimostrando alla lunga solido ed affidabile nel dirigere una cucina dove sono passati fior di chef. La sua è una proposta varia, misurata senza eccedere, con qualche giusta concessione all’effetto (vedi il furbo, ma corretto tris di carni), un pò cauta nel piccante (gli spaghettoni), sposa l’agrodolce nella pescatrice.
Alessandro Buffolino
L’albergo è di indubbio prestigio, e anche il ristorante risulta tale, ma la brigata di sala riesce a metterti a tuo agio, e sia i prezzi (soprattutto al lunch) che il menù si fanno apprezzare per il buon equilibrio e la leggerezza. Una nota di merito al baccalà con i ceci, presentato benissimo, ma anche molto buono e alla pasticceria che ci ha offerto vari dessert: bravo il giovane Alessandro Buffolino che con calma e determinazione sta crescendo, e brava Alessandra Veronesi a coordinare la sala. Curiosità, l’angolo dei cristalli con un tavolo riccamente adornato di gioielli Swarovski da prenotare a parte.
Bello ed elegante il brunch dell’Acanto dell’Hotel Principe di Savoia. Trasmette un senso di ordine, di bel decoro, di classe e il tutto presentato e proposto senza presunzione e supponenza. Ed infatti i tavoli sono pieni di famiglie, con molti bambini e l’elemento femminile domina la scena. Babysitter per i piccoli, musica jazz dal vivo, flute di champagne incluso nei 75 euro del costo (meno per i bambini e gratis i più piccoli). Accanto ai vari buffet, disponibili piccoli assaggi del bravo Alessandro Buffolino.
Densa di contenuti la prima giornata di Cooking for Art: si fa fatica a stare dietro a tutti gli eventi. Dall’animata area della pizza dove si svolgono le esibizioni di pizzaioli famosi (da Piedimonte a Pappalardo, da Giancarlo Casa a Pino Arletto ed altri ancora) alle due cene che hanno visto la presenza di chef del calibro di Luigi Taglienti (del nuovo e già lanciatissimo ristorante Lume) e dei Fratelli Serva, una vera sicurezza per la loro affidabile e costante qualità. L’area del mercato, novità di questa edizione, ha visto la presenza di alcune tra le migliori botteghe di Roma che hanno qui proposto la loro migliore produzione anche per la degustazione immediata. Ma noi abbiamo più che altro vissuto il ritmo del palco principale dove si sono alternati chef ormai già ben conosciuti ma che con Emergente hanno trovato la loro prima notorietà. Oggi, dalle 12 alle 21 si replica con altri contenuti ed eventi. Inutile dire che Vi aspettiamo.
Arriva a Milano Alessandro Buffolino approfittando della chiusura temporanea della Terrazza Eden, ma con l’idea di restare se le cose andranno per il verso giusto, come tutti ci auguriamo. Lui è sicuramente preparato, con bell’esperienza in Francia e in Italia, ha partecipato facendosi ben volere ed apprezzare ad Emergente. è giovane ed elegante nei modi e nello stile. Il compito però non è facile, l’Acanto ha una storia non lunga come quella del Principe di Savoia che lo ospita, un cammino iniziato con Paola Budel, proseguito con Fabrizio Cadei ed ora affidato per l’appunto ad Alessandro. L’impegno è serio, ma ce la metterà tutta, mentre registriamo l’indubbia volontà di cambiamento che il direttore, Ezio Indiani, sta promuovendo: una sala ormai tutta al femminile, e in cucina largo appunto ai giovani, mentre Fabrizio Cadei rimane l’executive chef della struttura. Qui le foto di una piacevole serata allietata dalle bollicine di Ferrari.
Due giorni in giro per la Baviera e gran finale con i 5 chef al Kounge, una bella e funzionale sala privata con cucina a vista, per preparare il menù di prodotti bavaresi, ognuno improvvisando secondo il proprio stile, con l’aiuto prezioso di Josef Hartl, lo chef della Baviera, bravo e disponibile. Tavola con le Autorità locali (il Ministero della Baviera e la Camera di Commercio Italo-Tedesca) che hanno pensato e realizzato l’evento, e con loro giornalisti di ambedue i paesi. Tutti i nostri cinque chef hanno dimostrato grande coesione (e nessuno di loro si conosceva prima di questo evento) e grande professionalità muovendosi con eleganza, preparando i vari piatti con ritmo giusto e anche sequenza rispettata di sapori e ingredienti. E non era facile dovendo comunque cucinare in trasferta con materie prime obbligate e in gran parte poco note. Ne è uscito un menù piacevole, molto leggero rispetto ai canoni locali, di bell’effetto e anche giocoso (nel caso della rosticciada). Gli applausi sono stati spontanei e i giornalisti tedeschi hanno veramente apprezzato e si sono a lungo complimentati con i nostri ragazzi. Ultima sorpresa: le orecchiette di Domenico Cilenti che hanno chiuso la serata, d’altronde gli italiani non possono far mancare la pasta a tavola.
Si chiude così questo breve viaggio in Baviera, originale per la sua impostazione, azzeccato per il risultato positivo e il riscontro che ha avuto: Speriamo che non rimanga un episodio.
Con noi 5 giovani chef italiani, conosciuti in genere la prima volta attraverso il nostro Premio al miglior chef emergente d’Italia, che dovranno preparare una cena con i prodotti locali. Coordinerà il giovane chef stellato Josef Hartl che andiamo a trovare. La sua famiglia ha una bella fattoria sulle verdi colline di Turkenfeld, che visitiamo, dove gli animali pascolano liberi. Torniamo poi alla Locanda per assaggiare la cucina tradizionale del luogo. Poi tutti in cucina a scegliere con Josef gli ingredienti necessari per le 5 ricette.
Tre grandi alberghi con tre grandi cucine: l’Eden di Roma, il Pellicano di Porto Ercole, il Capripalace di Capri, insieme prima dell’apertura (per gli ultimi due) e della chiusura (a fine anno per un profondo rinnovamento e upgrading della struttura) per l’Eden. E’ sempre un piacere cenare in questo bel ristorante che offre un panorama stupendo della Capitale, gode di un servizio efficiente e puntuale e di una cucina di prestigio, rinforzata per l’occasione. Cena allietata da grandi vini, con una serie lunga di ricette per offrire spazio a tutti gli chef, dove gli ingredienti nobili sono stati protagonisti (tartufo, gamberi rossi, capesante, triglie, fassona, caviale)….. un pò scontato, ma in occasioni come queste è la scelta meno rischiosa.
La crema di ricci con capuccino al curry è il signature dish di Fabio Cervio. Un piatto di nobili ingredienti, di bella esecuzione, di gusto sontuoso. Un piatto che non sfigurerebbe in un grande 3 stelle d’oltralpe, e che comunque è buono anche sul nostro versante. Di certo però la cucina di Fabio, nato in provincia di Benevento, ma con esteso tirocinio francese, proprio alla Francia strizza l’occhio con continui rimandi:la variazione di agnello (che però è laticauda), i dessert, gli spaghetti alla gricia anche questi decontestualizzati. L’unico piatto rimasto vicino al territorio anche se rivisitato, ci è stato proposto come benvenuto iniziale, le puntarelle all’acciuga, formidabili.