Raffaele Chiumento ci ha lasciato, ed anche Nerio Raccagni

 

Raffaele Chiumento ci ha lasciato, era uno dei titolari di Nonna Sceppa a Paestum. Raffaele mi riporta alla prima scoperta, negli anni 90, della Paestum gastronomica. Sembra un’altra epoca geologica, tanti anni fa. Nonna Sceppa, un locale extra large (definizione di Davide Paolini), a suo modo alternativo, curioso e differente: per la qualità offerta rispetto alla dimensione, per l’apertura (solo a pranzo e in genere nei fine settimana), per il correttissimo prezzo.

 Due fratelli accoglievano, ma Luigi spariva accanto alla mole di Raffaele. Palato nobile, passione per l’eccellenza, competenza non piccola su ogni versante gastronomico (il formaggio particolare, i nascenti vini del Cilento, i distillati più preziosi, i sauternes introvabili, i sigari cubani e potremmo continuare). Il carattere non era semplice, ma in fin dei conti un burbero che poi ti ricambiava stima e amicizia. L’aiutai nel 2001 a impostare la prima edizione di Divinare, un grande successo, come anche il secondo anno, poi successe qualcosa e non volle più ripeterla nonostante le preghiere di tutti.

 Il locale era rigidamente diviso per generi. Gli uomini in sala, le donne in cucina. E l’altra metà di Nonna Sceppa magari era meno appariscente, ma non per questo era meno valida. Si faceva tutto in casa, dalla pasta alla squisita pastiera con una pulizia esemplare, una dedizione particolare, un’attenzione estrema. Tanti bei ricordi, ne cito uno: i carciofi rosa di Paestum alla carbonella in bella vista all’angolo esterno della sala.

(non  abbiamo foto di Raffaele, le abbiamo prese dal web, archvio costozero)

E adesso apprendiamo che è morto anche Nerio Raccagni. Anche qui due fratelli, lui e Tarcisio, ma due ristoranti, La Grotta e Gigiolè, ambedue a Brisighella. Tarcisio più egato alla tradizione, Nerio più proiettato versoil futuro. Lui non stava in cucina, ma sapeva scegliere i cuochi, giovani e appassionati, e da lui sono passati in tanti che poi sono divenuti famosi. La Grotta era un ristorante “perfetto”, per stile ambiente frequentazione prezzo quasi popolare menù attraente e non banale, anticipatore di tante tendenze. Nerio si era da tempo ritirato in campagna, anni fa eravamo andati a trovarlo, poi la lunga malattia. Condoglianze alla famiglia, un’altro pezzo di storia della ristorazione italiana che va via.

 

 

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