Altrove a Roma

Bar caffetteria pasticcieria ristorante….già basterebbe. Ma dietro qui c’è anche una scuola di cucina e soprattutto un progetto sociale per il recupero e l’inserimento di tanti giovani ragazzi, molti immigrati. Si mescolano colori e lingue e anche il menù riflette questi sapori e stimoli che arrivano da lontano, o magari anche da vicino, nel senso lasciati in cucina da ragazzi che qui sono passati, hanno ricevuto istruzione, ma hanno anche lasciato una loro traccia, un ricordo di un piatto da loro amato. Un ristorante insomma particolare  e diverso, accogliente nel suo arredo semplice ma studiato, pieno di messaggi e ravvivato dai colori dei bei dolci esposti, e dai sorrisi di una spigliata accoglienza. Con queste premesse si potrebbe anche sorvolare sul livello gastronomico, in quanto l’obolo del pasto è già meritato dai sani principi di base. Invece la sorpresa sta anche nella rigorosa selezione di materie prime, molte delle quali motivate nella scelta (l’origine biologica, i formaggi del caseificio del carcere di Rebibbia ed altro ancora), e nell’attenzione posta nella cucina. Qui troviamo due giovani alla guida sufficientemente esperti: Claudia Massara ai fornelli e Valerio Parisi alla pasticcieria, ambedue appassionati di questo lavoro e bravi, perchè alla fine non è semplice interagire su una varietà così ampia di ricette. Meritano la citazione il cuscus palestinese e il dolce finale.

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