Imago? per ritirarsi su il morale. Una sala bellissima con vista sul centro storico, un ristorante pieno con i primi stranieri che si riaffacciano ma anche tanti italiani, un servizio di sala forse un pò troppo maschile, ma sicuramente efficiente e preciso (grazie alla straordinaria presenza di Marco Amato e del suo team con Alexandre Ciarla secondo maitre e Alessio Bricoli sommelier). Ma la piacevole conferma ci viene dalla cucina. Non avevamo dubbi sulla bravura di Andrea Antonini, ancora giovane, ma di grande esperienza. Ma prendersi carico di un ristorante importante come questo non deve essere stato facile, per giunta il covid non ha di certo aiutato. Eppure la cena è stata brillante, di buon ritmo nonostante le difficoltà tecniche (e la sala piena) con una serie di portate godibili e piacevoli. Leggerissimi e vari gli stuzzichini iniziali, ottimo il pane, altrettanto vario il crudo di pesce, un pò troppo lavorata ma intrigante la carne cruda e di ottimo spessore anche i due piatti principali, i ravioli e il coniglio dove a cercare il pelo nell’uovo riscontriamo una sapidità elevata. Solo la parte finale dei dessert, pur essendo curata, ci sembra non allo stesso livello di quanto sopra citato. Ci complimentiamo veramente con Andrea e per come riesce a gestire (ed a “spremere” nel miglior senso della parola) la sua brigata. Lui d’altronde pur essendo giovane trasmette forza e carisma, grazie anche ad una struttura fisica importante, che gli consente, sembra facilmente, di tenere sempre molto alta l’asticella tecnica di ogni portata. Gli consigliamo però, ogni tanto, di prender fiato.
Roberto Wirth jr
Dopo tanti anni Francesco Apreda ha lasciato il campo, e all’Imago è arrivato uno giovanissimo chef, Andrea Antonini, romano, 26enne, importanti esperienze all’estero, alla sua prima prova da chef e, aggiungiamo noi, non in un posto qualsiasi ma un ristorante quotato e con una clientela internazionale di prestigio. Insomma la famiglia Wirth, proprietaria dell’albergo, è stata sicuramente coraggiosa. Ma, sarà che amiamo i giovani, ci pare abbia fatto una scelta giusta. Andrea in poco tempo non solo ha dovuto riprendere e reinventare la linea di cucina del ristorante, ma ha dovuto anche trovarsi una brigata, anche qui tutti giovani. La sala invece è quella di sempre, preparatissima, con Marco Amato alla guida affiancato da Alexandre Ciarla, Alessio Bricoli, ed altri ancora, e garantisce al locale continuità di accoglienza e di eleganza. Diciamo subito che Andrea è serio, preparato, ben dotato e ce lo ha dimostrato con una serie di preparazioni di livello con un bell’impatto iniziale di stuzzichini vari eleganti e ben presentati, poi un leggero calo negli antipasti (belli ma al carciofo manca il tocco romano, e alla triglia il tocco sapido). Ma nella parte centrale del menù si viaggia sicuri tra spaghetti, paste ripiene e tagliolini (solo i ravioli sono troppo coperti dall’estratto aggiunto), e stessa mano sicura la ritroviamo nei secondi. Semmai ci pare un pò vezzosa e superflua, (e complica non poco il lavoro della cucina e il servizio) l’idea di servire le ricette quasi sempre in due tempi (prima la ricetta, poi il suo seguito in chiusura). Un tempo lo faceva la Pergola, (con una brigata ben più collaudata ed estesa). Ma in conclusione siamo stati bene e non ce l’aspettavamo visto che stiamo parlando di una cucina ancora in fase di rodaggio, segno che la sala è una grande sala e che la cucina comunque ha un bel potenziale.