Una guida storica che si avvia al suo trentennale.. Non solo è tra le più longeve, ma anche tra le più vendute e diffuse. Merito di essere rimasta fedele al suo modello, merito di approfondire con coerenza un settore al quale tutti siamo poi legati, semplici appassionati ed esperti. Oggi l’osteria si può chiamare anche pizzeria o bistro, può cambiare pelle ad ogni ora del giorno, specie in città. Quello che conta, quello che accumuna tutti i locali degni di questo nome, non è l’abito che indossano, ma se riescono a mantenere un’anima.
Marco Bolasco
Prima volta di Roma Golosa al Guido Reni District e andiamo a salutare Davide Paolini, alcuni espositori che conosciamo e Marco Bolasco con il suo ultimo libro: Ristoranti da Scoprire, ed Giunti 18 euro, una serie di ottimi suggerimenti e consigli da parte di un esperto come pochi altri.
Osteria Birra del Borgo a Roma
Dall’ex Romeo, ecco che nasce un nuovo locale, completamente rielaborato nell’arredo e nei contenuti. Il banco delle birre è ora centrale, un lato è occupato dalla pizzeria a vista (la cucina è invece più nascosta) e dal piccolo birrificio anch’esso a visto. In primo piano quindi pizza focacce e birre firmate rispettivamente da Gabriele Bonci e da Leonardo Di Vincenzo della Birreria del Borgo. Sull’altro lato un lungo banco bar introduce al terzo protagonista: Alessandro Procoli del famoso Jerry Thomas come dire il bere miscelato a Roma. Siamo all’inaugurazione, si presentano birre e piatti (sì perchè ci sono anche quelli, sempre firmati da Bonci coadiuvato dal giovane e bravo Tommaso Tognoni). Cogliamo gli aspetti gradevoli del tutto, salutiamo un pò di amici, cerchiamo invano di conquistare un piatto, ripieghiamo sulla calda pizza romana imbottita di cicoria (altro che ripiego, è buonissima!). Torneremo per i piatti.
30 anni di Paolo Teverini, 30 anni di continuità nella ricerca della qualità, 30 anni di una lunga carriera cominciata anche prima, al Cantunzein di Bologna (chi se lo ricorda più?) e poi in questo luogo che sembrava un pò sperduto ma che invece ha conosciuto tanta notorietà e gloria. Il tutto grazie all’impegno della famiglia, unita più che mai, e al sostegno di una clientela negli anni fedele. Si veniva negli anni ottanta da queste parti per un triangolo classico: la Grotta a Brisighella, la Frasca a Castrocaro e appunto l’Hotel Tosco Romagnolo. Purtroppo di questo triangolo rimane solo un vertice (anche se la Frasca continua con meno ambizioni e con una buona cucina di territorio grazie alla figlia di Bolognesi). E brindiamo a Giordana e Paolo con tanti amici e noti ristoratori, con la seconda e terza generazione che allegra la sala e fa presagire che di questo ristorante se ne parlerà ancora molto a lungo.
Ci aspettavano pure qualcosa di più da una cena di birra con chef bizzarri, ma comunque non ci siamo di certo annoiati. La birra era quella del birrificio del Borgo di vicino Rieti, presentata per l’occasione dal suo titolare Leonardo Di Vincenzo; gli chef erano Luigi Nastri, di casa, Davide Del Duca altro estroso e rampante chef della Capitale, Walter Musco della pasticceria Bompiani, una delle migliori di Roma. L’abbinamento migliore? per noi il dessert con la Rubus piacevolmente acidulata al lampone, dopo comunque una serie di assaggi ben fatti anche se usciti con un pò di lentezza.
Non vediamo l’ora di sfogliare il libro, perchè la storia dei Roscioli è un pò anche la storia di questo quartiere, dove abitiamo da quasi 50 anni, ora diventato anche meta gastronomica proprio per loro due, due fratelli determinati ed ostinati, grandi lavoratori, che hanno rivoluzionato l’antico forno affiancandolo poi nel tempo ad una serie di alternative e locali complementari che godono di larga popolarità e successo. Oggi Alessandro e Pierluigi sono molto conosciuti, ma sono rimasti con i piedi per terra, di poche parole, ma concreti ed efficienti.
Il momento clou del Forum è sicuramente il Convegno al Mercato Centrale di Firenze che ha visto l’alleanza degli Italian Chefs con l’Istituto Lorenzo de Medici che raccoglie studenti da tutto il mondo per i suoi corsi sull’arte e sulla cultura italiana e che da anni include anche la cucina (e qui al Mercato Centrale è in funzione una scuola ben attrezzata). Il Forum dà voce ad alcuni chef, ma anche ad interventi esterni, si discute così di “italian sounding”, di autenticità della cucina italiana all’estero, di posizionamento della ristorazione italiana nel mondo. A gran voce (e un’alzata di mani lo conferma), viene richiesto dai presenti che il Forum diventi promotore ufficiale del riconoscimento della cucina italiana nel mondo, come patrimonio dell’umanità.
Si inaugura il Padiglione del Vino coordianto dal Vinitaly con anche un convegno dedicato al vino nella ristorazione. A parlare 4 noti chef, come Beck, Oldani, Santini, Romito e alcuni colleghi. Presenta Riccardo Cotarella, che presiede il comitato scientifico del padiglione, conduce il dibattito Enzo Vizzari. Dai Cantarelli ad oggi da Colombari al vino italiano nel mondo, si affrontano i vari temi con una carrellata di interventi sintetica e ben descrittiva,
Ci univano tante cose, l’indirizzo (via dei Giubbonari), l’amore per questa bella città (io da autoctono lui da nuovo cittadino), l’odio per la sua decadenza, la passione per la ristorazione, la curiosità di scoprirne ogni dettaglio. La casualità del mondo non ci ha mai fatto stringere forte amicizia, ognuno di noi è sempre andato in giro vorticosamente per la sua strada. Ma Lui senz’altro ha costruito tanto in questo settore, basterebbe citare la Città del Gusto e il Gambero Rosso Channel, primo canale televisibvo monotematico. Tutte cose in largo anticipo con i tampi, forse pure troppo. Era capace di grandi visioni, di grandi progetti e ci metteva pure la faccia, una specie di uomini di cui in Italia si è persa quasi la traccia. Voleva aggregare e non dividere, e stava lavorando per poter ridare slancio e nobiltà al giornalismo del settore. Speriamo che qualcuno ne raccolga l’eredità. Un caro saluto Stefano, la notizia della tua morte mi ha colto lontano, in Francia, chiedo perdono di non essere lì a Marinella, tua moglie, ai tuoi cari amici, tra i tanti quelli comuni come Marco Bolasco, Maurizio Cortese, Alessandro Roscioli, la brava Elisia e una raccomandazione, non fate morire Gazzetta Gastronomica, sarebbe un peccato!
Si parla sempre di più, anche sul web, di mega e masterchef, o (dall’altra parte) di pizze e gelati. In mezzo c’è il 90% della ristorazione che vive più nell’ombra. Evviva quindi le Osterie che vengono presentate a Roma (quelle di Slow Food) e vivono la loro festa a Eataly. Noi brindiamo alla Polledrara di Paliano.