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    Cucinanuova, largo ai giovani
    Ristorazione&Ospitalità

    Cucinanuova, largo ai giovani

    Di Luigi Cremona 13 Gennaio 2021
    scritto da Luigi Cremona

    Largo ai giovani, lo diciamo da sempre. L’occasione di ripeterlo ci viene dall’annuncio di questa nuova iniziativa: nasce “Cucinanuova” grazie ad un nutrito numero di giovani chef che vogliono unirsi, almeno con alcune iniziative ed azioni, per contare di più. Ci sembra sacrosanto, troppo si parla in genere dei soliti noti, meno delle giovani leve alle quali spetta il compito di rinnovare ed aggiornare il settore. Sono molte le cose che ci sembrano positive di questa iniziativa: l’alto numero delle prime adesioni (alle quali se ne aggiungeranno di certo altre), la dispersione sul territorio che garantisce una rappresentatività nazionale (anche se forse il Sud, in genere negletto, è già più che presente), il voler guardare oltre i confini e non solo dentro casa (la cucina italiana è un player mondiale e questo non si deve dimenticare), il voler presto dare un messaggio di rinnovamento partendo dalla qualità del proprio territorio e dalla filiera dei prodotti. I buoni propositi insomma sono tanti. Colpisce piuttosto la mancanza di un qualsiasi accenno alla situazione epidemica e al conseguente ed attuale disagio sociale, però crediamo che tanta carne al fuoco non si possa poi mettere. Ben venga quindi questo nuovo tentativo di dare una positiva scossa al settore, noi, personalmente saremo sempre dalla loro parte.

    MANIFESTO DI CUCINANUOVA 
    Cucinanuova si propone come movimento culturale formato da chef che, come noi, hanno avuto la possibilità di fare esperienze oltreconfine o studiare comunque tecniche e culture al di fuori degli schemi legati alla nostra cucina tradizionale. Così, facendo tesoro di tutto il bagaglio culturale accumulato, riescono a identificarsi in una cucina italiana nelle radici, ma non convenzionale.

    Siamo stati testimoni di grandi rivoluzioni che hanno interessato il mondo, anche se in spazi temporali diversi, dove l’innovazione ha preso il sopravvento sapendo elevare la cucina tradizionale con l’utilizzo di tecniche moderne; vedi per esempio la crociata spagnola di Ferran Adrià negli anni ’90 o la rivoluzione della Cucina Nordica che, facendosi portavoce di tecniche ancestrali applicate a un concetto di food moderno, ha creato completamente da zero un nuovo filone ammirato da tutto il mondo. Per non dimenticare poi l’avvento negli ultimi anni della Modern British Cuisine che ha spostato il fulcro della “tradizionale” cucina inglese, super influenzata da Francia e vecchie colonie, sui concetti di “prodotti locali” e “biologico” iniziando finalmente a promuovere prodotti appartenenti alla cucina “comune” e sapendoli portare a livelli estremi.
    Abbiamo notato una uguale sorte anche negli Stati Uniti dove solo dal 2005, grazie a nomi come Grant Achatz, Sean Brock, Joshua Skenes che sono riusciti a dar corpo a una New American Cuisine, ci si è distaccati da un’egemonia francese che risulta avere tuttora un’importante influenza attraverso grandi maestri come Thomas Keller o Daniel Boulud. Vale poi la pena citare il senso di collettività che ha sempre legato la realtà della Francia, capace per decenni di primeggiare a livello di influenza internazionale.

    Come denominatore comune di questi successi a nostro avviso c’è stata la voglia di fare gruppo, di creare un legame tra chef proiettati verso uno stesso obiettivo e alfieri delle stesse idee e concetti. Anche se l’Italia può vantare maestri di altissimo livello che si son fatti ambasciatori di un concetto importante di cucina italiana, pensiamo che la frammentazione della nostra categoria sia sempre stata un nostro limite. Forse è questo il vero motivo della mancanza di una rivoluzione gastronomica in Italia? O forse l’importanza della nostra cucina regionale, che ci distingue da tutti e che è stata e sarà sempre motivo di vanto, risulta essere allo stesso tempo un freno al cambiamento?

    Troppe volte la nostra cucina viene additata con stereotipi che denigrano  sia la nostra cultura che la nostra voglia di fare; ed è per questo motivo che Cucinanuova si propone di unire chef, produttori agricoli, allevatori di eccellenza ma anche artigiani ed esperti in comunicazione che avvertano la necessità di farsi sentire, di uscire dagli schemi. Persone che fanno della ricerca di prodotti unici, dell’utilizzo di tecnologie all’avanguardia e dell’approfondimento di tecniche sia nuove che ancestrali il loro modo di concepire la nuova ristorazione italiana.

    Il fine quindi che ci poniamo è quello di creare un food-network capace di stimolare lo spirito di solidarietà dell’intera comunità e che riesca a far percepire al consumatore il concetto di Cucinanuova. Vogliamo avvalerci perciò di professionisti che, attraverso le loro esperienze, riescano a rappresentare tutta la filiera di organizzazione del nuovo modo di fare cucina.

    Già… il consumatore. A nostro avviso la figura più importante della filiera stessa. Sarebbe completamente errato, a nostro avviso, non prendere in considerazione quello che risulta essere il vero giudice del nostro operato. Proprio per questo motivo Cucinanuova si impegna a favorirne l’informazione e considera come punto di partenza le necessità del cliente stesso. Il consumatore ha il diritto e il dovere di essere reso partecipe di quelli che sono gli studi, le ricerche, l’impegno, il rispetto e la sostenibilità (anche sotto il profilo umano) che rendono diverso il nostro lavoro. Vogliamo che il cliente sia messo in condizione di capire il vero valore di un ristorante di cucina gastronomica.

    Nessuna realtà che consideriamo appartiene alla grande distribuzione, dall’allevatore, all’agricoltore, al responsabile della trasformazione, all’artigiano che produce pezzi unici.

    Inizialmente ci proporremo di intervenire sulla nostra comunità in dirette live per dare voce a ogni singolo membro di Cucinanuova, così che ognuno possa raccontare la propria storia, il ruolo che ricopre, ma soprattutto la filosofia che lo contraddistingue. Una sorta di presentazione dove si potrà discutere anche di temi che più toccano gli interlocutori e i punti sui quali vogliono soffermarsi maggiormente per stimolare un approccio originale a quella che è la nostra visione di alta ristorazione.

    Cucinanuova si propone inoltre di organizzare un evento gastronomico dove, avvalendosi della presenza di tutti i soggetti coinvolti, cercheremo di proiettare in forma tangibile la nostra filosofia. I rappresentanti dell’intera filiera saranno chiamati a intervenire per formare e sensibilizzare i consumatori a esperienze gastronomiche di avanguardia.

    Per anni le voci italiane sono sempre state frammentate e separate…. Un senso di collettività risulta fondamentale per creare un movimento che abbia impatto concreto sulla società. Ecco perché il fulcro del nostro progetto resta la creazione di una comunità solida che, partendo dagli chef, sappia coinvolgere a cascata tutti i responsabili della filiera; tanti cardini che decretano la riuscita di un concetto di ristorazione moderna.

    Siamo fermamente convinti che i capisaldi della nostra comunità dovranno essere la condivisione e l’informazione.

    Vogliamo infine focalizzarci soprattutto sui giovani e cercheremo quindi il coinvolgimento delle strutture scolastiche pubbliche; attraverso i nostri canali vogliamo condividere idee, concetti e la stessa filosofia dei singoli avendo come fine ultimo l’informazione. Per alzare il livello di percezione della cucina contemporanea

    Il team Cucinanuova

    Prime adesioni: Andrea Antonini, Antonio Biafora, Antonio Lebano, Antonio Romano, Ciro Scamardella, Daniele Lippi, Domenico Candela, Domenico Stile, Donato Ascani, Eugenio Boer, Fabrizio Fiorani, Francesco Di Marzio, Gianluca Renzi, Giovanni Solofra, Giuseppe Molaro, Luca Gulino, Marco Ambrosino, Matteo Metullio, Mattia Trabetti, Nello Iervolino, Riccardo D’Agostino, Roberta Merolli, Tommaso Foglia, Davide Guidara, Luca Abbruzzino, Davide Caranchini, Antonio Zaccardi..

    Movimento Cucinanuova e i cuochi giovani

    13 Gennaio 2021 0 commento
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    Eventi Passati

    Fuochi e Forno, Vitiello con Stile

    Di Redazione Witaly 26 Febbraio 201815 Settembre 2019
    scritto da Redazione Witaly

    Fuochi e Forno, come dire padella e pala. Due amici campani, il primo, Domenico Stile lavora da qualche anno a Roma nella bella Enoteca La Torre a Villa Laetitia, il secondo casertano ha molto viaggiato per aprire poi qui a Tuoro, borgo natio, nella sua casa una pizzeria accattivante ben modulata, resa piacevole con qualche giusta idea di arredo. C’è anche un bel laboratorio che Ciccio ci mostra orgoglioso, dove tutta la preparazione è impostata con grande managerialità. Grazie a questo lavoro minuzioso, (celle abbattitori lievitatori ecc..) e grazie al forno rotante riesce a fare anche 400 coperti nei giorni di punta. Ma a parte la quantità è la qualità che deve far la differenza. Per questo è venuta l’idea di coinvolgere anche chef, come Domenico Stile, giovane ma già con stella michelin. Giornata a 4 mani dove Ciccio prepara gli impasti, (saranno due uno tradizionale e l’altro a base semola) e Domenico i topping. Il tutto abbinato all’acqua Ferrarelle e ai vini di Frescobaldi. Un pranzo piacevole, con piacevoli compagni di tavolo come Barbara ed Albert, ed anche Michela ed Emiliano De Venuti che ci parlano della Città della Pizza, il loro evento che si svolgerà a Roma inizio aprile. Tra le pizze, indubbiamente interessanti, la migliore ci è sembrata l’ultima, quella con i carciofi.

    26 Febbraio 201815 Settembre 2019 0 commento
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    Eventi Passati

    Pasta e Legumi Contest, questa volta vincono le donne!

    Di Redazione Witaly 10 Gennaio 201816 Settembre 2019
    scritto da Redazione Witaly

    Parte all’inizio dell’anno il primo contest del Primo Piatto organizzato da Barbara e Albert sotto l’egida del Pastificio dei Campi. Un vero successo per il numero di ricette arrivate via web e per la qualità di quanto proposto. Il Tema portante era la pasta con i legumi, uno degli abbinamenti più ricorrenti nella dieta mediterranea per salubrità e tradizione . I migliori 4, scelti a tavolino in base alle ricette inviate, sono stati invitati a Gragnano nella sede del Pastificio per sfidarsi in diretta e non più virtualmente con la loro ricetta: il giovanissimo Stefano Di Giosia, italiano ma lavora all’Era Ora di Copenhagen, Domenico Stile chef executive del “Villa Letizia” a Roma, uno straordinario resort metropolitano ubicato in una Villa Liberty di proprietà della stilista Anna Fendi Venturini. Sono stati tutti e 4 bravi, ma le due donne si sono imposte, Faby Scarica del Villa Chiara Orto e Cucina, con una delicata spuma di ceci contrastata dai ceci grigliati in miniburger al fumo di rosmarino dove le tofette erano esaltate dai ricci di mare e controbilanciate dal tamarindo. Alba Esteve Ruiz del ristorante Marzapane di Roma ha risposto con un rinascimentale piatto di eliche dadolata di agnello, lupini in tre modalità differenti e il profumo di cannella, ricetta anche più tecnica ma meno centrata di quella di Faby sul tema proposto. Alla fine la giuria ha deciso l’ex-aequo perché entrambe hanno saputo interpretare al meglio il tema della seconda edizione del contest, “The Benevolent Bean“, teso a valorizzare i benefici, la biodiversità e le tradizioni legate appunto al mondo dei legumi.  L’evento si é chiuso con il solito gran finale con altre ricette create al momento e tante, tante ottime bollicine. Anfitrione ineguagliabile Giuseppe Di Martino, sorpresa in chiusura con la “Pasta della staffa” ovvero l’originale cacio e pepe sul tovagliolo di Albert che non ci aspettavamo.

    10 Gennaio 201816 Settembre 2019 0 commento
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    Ristorazione&Ospitalità

    La Torre a Villa Laetitia

    Di Redazione Witaly 6 Dicembre 201713 Settembre 2019
    scritto da Redazione Witaly

    Un locale che di sala in sala ti accompagna in un crescendo di eleganza, tra linee architettoniche e qualità di arredo. Il tutto poi si spiega: la proprietà è di Anna Fendi che in fatto di lusso se ne intende. Qualità che arriva anche al ristorante dove opera una solida e ormai collaudata brigata. Luigi Picca gestisce il team di sala, Domenico Stile quello di cucina. Domenico ha alle spalle un’esperienza varia e di prestigio (Vissani, Di Costanzo, Cannavacciuolo e Crippa) con anche amore della pasticceria (come la ricerca estetica dei piatti presentati conferma). Tra porcellane sottili e decori che riprendono i motivi della Villa, la degustazione proposta è una vera collezione di bellissime ricette molte delle quali riuscite anche dal punto di vista organolettico. C’è forse una proposta complessiva sopra le righe per complessità e voglia di fare, ma è lo stile “alla Nino Di Costanzo” che lascia probabilmente la sua eredità. Eredità che è tutt’altro che da disprezzare, pensiamo alla bontà dei primi che ci sono arrivati, a quella del pesce (il miglior soaso mai assaggiato) e infine (e prevedibile) a quella del dessert. Meno convincente seppure sempre bella, la corolla di rape (troppe) e tonno, e un pò scivolosa l’anatra servita. Ma sono piccoli dettagli in un menù che alla fine è degno di lode.

    6 Dicembre 201713 Settembre 2019 0 commento
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    Eventi Witaly

    Emergente, si parte con il Lazio

    Di Redazione Witaly 26 Giugno 20165 Febbraio 2020
    scritto da Redazione Witaly

    Si apre Cooking for Art con la prima sfida: 5 chef di Roma. Sfida infuocata soprattutto per il caldo torrido che penalizza tutti concorrenti e giurati. Ma è un vero piacere vedere con quanta capacità affrontano l’esame che non è semplice. In mezzora devono preparare una 40ina di assaggi di 2 ricette, una a tema libero, la seconda a tema obbligato: un, due, tre….pasta! cioè una ricetta di pasta con solo 3 ingredienti a parte la pasta, l’acqua e il sale. In gara veramente il fior fiore dei giovani chef roamni e alla fine vince Guseppe Lo Iudice, il bravo titolare di Retrobottega. il Premio Materia Prima  della Confagricoltura va a Domenico Stile dell’Enoteca La Torre.

    26 Giugno 20165 Febbraio 2020 0 commento
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    Ristorazione&Ospitalità

    Anche all’Enoteca La Torre un nuovo e giovane chef

    Di Redazione Witaly 22 Aprile 201613 Settembre 2019
    scritto da Redazione Witaly

    Sono proprio bravini questi due giovani chef, Domenico Stile con il suo aiuto Antonio Autiero, che da qualche settimana hanno preso la responsabilità delle cucine di questa bellissima struttura, tra le più belle, ampie, eleganti della Capitale. Professionalità in sala, cuori giovani in cucina con tanta voglia di fare. La scuola è quella, maniacale e un pò sesquipedale, di Nino Di Costanzo, innervata da passaggi importanti da Crippa, Bottura, Cannavacciuolo ed Alinea! Come per dire che non si è fatto mancare quasi nulla! Ed il risultato c’è tutto in un menù lungo, complesso, ambizioso, dove la quota tecnica è rispettata, il divertimento pure, i sapori ci sono con qualche imprecisione qua e là (monotono il tataki di tonno, troppo carico il condimento degli spaghetti). Lode comunque alla sequenza iniziale, molto studiata ed appariscente, buoni i secondi e anche la serie dolce finale con una pasticceria fine e precisa come è raro vedere. Disappunto vero solo per il risotto, brutto, pesante e greve, sembra quasi di un’altra mano.

    22 Aprile 201613 Settembre 2019 0 commento
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