20 anni e non sentirli: Sankt Moritz

Torniamo nella località più evocativa tra tutte le destinazionid montagna: Sankt Moritz, vediamo cosa c’é di nuovo…

Arrivati la sera prima dell’inizio del festival, la “notte prima degli esami”, grazie a dio non miei, l’abbiamo passata al Carlton, albergone di lusso che, a dispetto del nome classico, non è affatto parte della catena omonima, bensì del gruppo Tschuggen, tutta roba elvetica. Posizione dominante, belle camere spaziose, solo suite, che culminano con un Penthouse apartment piuttosto impressive. Colorini delicati tra mobili giallini, tappezzerie a righe bianco-grigie, pomelli d’oro e moquette azzurro cielo (cielo? E quando si entra con i doposci pieni di neve e fango!??? Povere donne, le gentilissime signore del servizio ai piani…..)in camera  sembra di stare dentro una bomboniera, ma gli spazi comuni sono talvolta austeri, ma forse il designer Carlo Rapazzi, lì non ci ha messo lo zampino. La spa l’abbiamo vista il giorno dopo, bel colpo d’occhi sulla valle dalla vetrata e la piscina riscaldatissima che esce anche all’aperto. C’è un ristorante, il Romanoff,  “per le “mezze pensioni”(l’espressione mi ha sempre rattristato, mi ricorda le “mezze stagioni”)  al piano nobile della struttura, spazioso, sala imponente, soffitti alti, ma il gourmet è invece relegato all’ingresso, uno strapuntino  accanto alla reception anteceduto da un salotto che, devo ammettere, non rende merito allo stile opulento dei Cerea brothers, ma non credo l’abbiano scelto loro, l’arredamento. Intanto hanno fatto un bel colpo sia loro, immagino, sia l’albergo, perché pare che, sin dai primi giorni, tutti i tavoli siano richiestissimi. Di questi tempi, meglio dirlo sottovoce, no? Galeotto fu il Gourmet Festival dello scorso anno: erano guest chef e qui, sono tornati come resident, un po’ come ha fatto Pino Lavarra  al Ritz Carlton di Hon g Kong! Questi eventi sono utilissime per allacciare liasons che poi portano risultati, vero?

Lorenza Vitali

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