La perdita di Alessandro Narducci (lo chef scomparso a causa di un incidente mortale) è stata traumatica e di certo non è cosa facile sostituirlo. Ma ricordiamo che L’Acquolina fa parte del circuito dei fratelli Troiani che, grazie anche alla scuola di cucina, hanno un notevole vivaio a disposizione da valorizzare. E così conosciamo il giovane Simone Coletti, che sotto la guida di Angelo Troiani, ha assunto la responsabilità diretta della cucina e ci propone una serie di piatti ben fatti, contemporanei, ambiziosi ma corretti che ben rappresentano anche una continuità con quanto Alessandro proponeva con successo. Una transizione che ci sembra ben avviata, anche per la guida in sala dell’esperto Andrea La Caita che controlla e consiglia ad ogni tavolo. Il piatto migliore ci è sembrato la triglia in un contesto senza sbavature se non quello di trovare i piatti un pò troppo costruiti, ma ripeto comunque corretti, che è quello che conta.
Simone Coletti
Rispetto alla vecchia sede il balzo in avanti c’è tutto con questa nuova prestigiosa location che si divide tra il ristorante gourmet (che occupa lo spazio un tempo dell’Alloro) e il roof per un’alternativa più semplice ma rinforzata da una vista stupenda sui tetti di Roma. Siamo in fase di rodaggio, ma già la sala ci sembra a puntino, diretta con piglio giovanile da Andrea La Caita con l’aiuto di Davide Fresiello, Lorenzo La Gamba, Giacomo Scatolini, e al bar (interessante per il caffè offerto in varie tipologie e per i cocktail proposti) Luca Moroni. La cucina ci è parsa indietro, con un menù dove il gusto non manca, ma spesso a scapito dell’eleganza e della leggerezza. Comunque anche qui è una brigata giovane quella diretta da Alessandro Narducci con Simone Coletti come secondo e Lorenzo Spavone pasticciere, e quindi contiamo su una più corretta proposta complessiva a breve termine. I piatti migliori? ci sono sembrati i due antipasti, il polpo ed il buon carpaccio di gamberi.
Ci piace poco il nome, un pò banale, e la posizione, all’angolo di un palazzotto un pò anonimo di un quartiere residenziale. Poi di certo le cose che contano, sala e cucina, soprattutto quest’ultima, vanno decisamente meglio ed è quello che alla fine conta. Da Terrinoni a Narducci, il passaggio c’è, ma il livello rimane alto, merito indubbiamente anche del fatto che la titolarità del locale è della famiglia Troiani ed Angelo rimane uno dei migliori chef della città. Acquolina significa pesce da quando esiste il locale e si è sempre puntato molto sulla qualità della materia prima, sul suo utilizzo completo, sull’importanza del pesce azzurro senza dimenticare le frattaglie. Oggi tutto questo c’è sempre, ma indubbiamente larga presenzza viene data anche ai crostacei e ai pesci nobili, forse più che nel passato. Comunque nel menù proposto troverete tutto, a 360° in tantissime soluzioni ed idee, il che è davvero encomiabile e rende merito. Gli amanti del crudo si divertiranno moltissimo, ma noi, che meno siamo incantati da questa tipologia di offerta, abbiamo trovato ad esempio molto buoni i due primi proposti (anche se curiosamente arrivati appena tiepidi). Meno ci hanno convinto gli stuzzichini iniziali (già visti e dolciastri) e da lodare il finale dolce dove si vede l’impegno della pasticceria.