Tradizionale pranzo degli chef emergenti alla Torre del Saracino, il bel ristorante di Gennaro Esposito. Ecco i prescelti: Enzo Di Pasquale del Bistrot900 di Giulianova, Aldo Ritrovato del It Restaurant di Milano, Gaetano Trovato del Convento di Cetara, Giuseppe Costantino della Terrazza Costantino di Sclafani Bagni (PA), Alessandro Tormolini di Sensi ad Amalfi, Pierluigi Gallo di Giulia a Roma, Ivan Silvestri di Alicina a Porto Ercole, Ferdinando Palombo di Emporio Armani a Milano, Domenico Candela di George a Napoli, Antonio Ziantoni di Zia a Roma, Maria Rosaria Stellato di AnimaMia a Caserta, Pietro Penna di Casamatta a Manduria. In cucina c’è stata una bella atmosfera, voglia di confronto e i piatti ci sono sembrati belli. Ne abbiamo assaggiati solo 4 ed erano tutti buoni con il pomodoro ed anguria di Enzo Di Pasquale a distinguersi.
Pietro Penna
Una bella struttura ben articolata che ancora non è finita (in primavera aprirà la spa e più in là altre camere), che già ora si fa ben apprezzare e che con ogni probabilità punterà in alto con motivate ambizioni. Un bel parco circonda la struttura principale che offre un’ospitalità eccellente, una buona prima colazione, e un ristorante piacevole. A sovraintendere il tutto la famiglia Lacaita che segue con occhio vicino e attento la struttura, famiglia che viene da altre esperienze ma che si è gettata con slancio nella nuova avventura. La ristorazione è un punto chiave e delicato di non facile approccio per chi non è del mestiere. Hanno il vantaggio di avere i vini (i buoni vini dell’azienda di famiglia Trullo di Pezza) e ottimi prodotti dal circondario. In cucina hanno chiamato uno chef esperto come Pietro Penna (giovane, lunga esperienza con Sergo Mei). Siamo ancora agli inizi e quindi vedremo come evolverà la cucina. Per ora si impegna a confrontarsi con la materia prima del territorio, ma il piatto migliore alla fine è quello forse più lontano come spirito: i tortelli di faraona. Una segnalazione la merita l’ottimo agnello (un pò troppo cotto), ma in genere gli equilibri non sono precisi e si avverte qualche eccesso di sapidità (esempio nei tubettini). Debole la pasticceria, volenteroso il servizio sulle spalle del bravo Michele, in attesa di trovare personale più specifico.