Tornare da Nonna Rosa e non vedere Lella è purtroppo una tristezza. Oggi manca pure Rossella, ma solo per un impegno. Abbracciamo Peppe e lo lasciamo fare. La mattina è passato per l’orto ed ecco che da’ vita a tre piatti straordinari: l’hamburgher di friarielli e nduja, la pasta perfettamente equilibrata tra fave bergamotto e cipolle per offrire sponda dolce e acida consistenze soavi e croccanti, ed infine il carciofo croccante all’uovo che ci piacerebbe assaggiarlo in bel confronto con quello dei fratelli Serva. Tre grandi piatti davvero, forse meno brillante l’inziio (a parte il ricordo del cornicione che è un altro piccolo capolavoro) e il finale dolce, buono, ma non allo stesso livello dei piatti sopracitati. Insomma Peppe con l’orto di Montechiaro ha una marcia in più.
Luigi Casciello
Guida guida da anni (ci si perdoni il gioco di parole) questo locale attraverso un percorso in crescendo esemplare: mai un eccesso, un azzardo, un passo troppo lungo. Ma invece un’evoluzione costante sempre in rispetto di dove si è partiti, lasciando immutato il nome, aggiustando e semplificando l’arredo iniziale, incrementando la cantina ma senza costose fantasie (e puntando giustamente sulle vecchie annate di qualche chicca campana), migliorando le ricette con misura e garbo, ma senza tradire lo spirito del locale che era e rimane una trattoria (porzioni generose, presentazioni curate ma senza orpelli, tecnologia presente ma non invasiva). E la risposta è negli anni positiva, la gente apprezza, la clientela ritorna puntuale e il locale è spesso al completo. Locali come questo sono facilmente raccomandabili perchè di fatto quasi tutti ne escono soddisfatti, tutto bene quindi? Beh ci chiediamo se anche Beppe sia contento del livello raggiunto o se invece ambirebbe a qualcosa di più e la risposta ce l’ha data Lui stesso: qualche mese ancora e il sogno di aprire un qualcosa di più esclusivo si avvererà, lassù in alto sulla montagna con una vista da sogno sulla costa. Auguri quindi a Lui, e intanto ci godiamo una serie di assaggi che confermano quanto sopra scritto e dove il piatto migliore sono indubbiamente dei trascinanti spaghetti dal gusto intenso. Un plauso infine alla sala, dove la moglie coadiva bene, dove il sommelier tira fuori annate ormai datate, dove Edoardo è l’ombra fedele di tanti anni di esemplare professionalità.