Una bella idea, ed è di sicuro sorprendente trovarsi sopra uno stabilimento e sentirsi in un altro mondo, in uno spazio lineare essenziale luminoso con uno specchio d’acqua ed il verde intorno. Siamo sopra al nuovo prosciuttificio Galloni, ricostruito in tempi record dopo l’incendio. Dall’idea di una sala riunione si è passati a quella di un ristorante vero e proprio ed anche questo è venuto alla fine forse perfino migliore di quanto inizialmente pensato. Ulteriore azzardo, anche questo pensiamo azzeccato, aver coinvolto uno chef giovane ma volitivo e determinato come Luca Natalini trentenne, (ex Emergente), bravo non solo a fare ricette, ma anche a coordinare e gestire la situazione. Con lui tutti giovani in cucina e la sala affidata all’esperto Andrea Forti. Insomma una bell’ambiente, ma anche una bella squadra, ed i risultati infatti arrivano al tavolo e ci permettono di assaggiare un ottimo percorso, ben presentato, vario, gustoso. Qualche pecca: un po’ troppo proteico (un vero festival dall’asino al cavallo, dalle lumache al piccione, dallo storione all’anguilla) a discapito del vegetale e qualche difetto di equilibrio qua e là soprattutto nelle paste ripiene. Ma l’essenziale inizio e l’ottimo finale dolce (brava la Yenifer, pane e pasticceria, origini columbiane) sono da lodare, ed è doveroso citare il piatto migliore che è anche il più curioso: gli spaghetti in bianco, conditi con un geniale mix di vermouth di prugne ed aceto di miele.