L’abbiamo provato a cena e a pranzo, dal menù completo a quello leggero dedicato all’orto. Ed in effetti l’orto è da vedere ma anche da assaggiare ed il modo migliore è proprio questo menù, dove i piatti scorrono belli, leggeri, innovaivi senza scossoni e con piacevoli ricordi (come ad esempio il finto risotto). Molto più impegnativo è il menù degustazione, una vera sfida per il palato. Richiede al cliente attenzione e concentrazione, figuriamoci lo sforzo che ricade sulla brigata! Una serie di stuzzichini, antipastini, assaggi vari dove ogni piatto si articola su almeno una decina di ingredienti, ognuno dei quali spesso lavorato in modo anche non banale. E’ indubbio che lo chef, Fedrico Belluco nonostante sia molto giovane (è passato anche al nostro Premio Emergente un anno fa), sia anche molto preparato, ma gli consigliamo caldamente di far riposare di tanto in tanto la brigata (ed il cliente) con qualche passaggio meno impegnativo. Detto questo ci godiamo comunque questa cucina di tecnica evoluta, di materia prima notevole (tra l’altro con l’orto di casa sempre largamente presente), che offre un’ampia serie di sfumature golose. Tante sono quelle positive, dai finti ravioli di alghe al risotto con sedano ed acciughe, dagli asparagi con uovo e mandorle alle linguine all’astice. Meno ci hanno convinto l’impepata di cozze e la sogliola con spugnole e midollo. Intorno un bel servizio di sala si avvale dell’accoglienza di una persona esperta come Simone Celeghin, assistito da un’equipe giovane e sorridente. E complimenti a Giancarlo Perbellini, supervisore del tutto, di aver messo su un altro ristorante di grande attrazione.
Federico Belluco
Il Marriott all’Isola delle Rose
Un tempo qui c’era un sanatorio che negli ultimi anni è stato convertito a Resort, di indubbio fascino e funzionalità. In 20′ la navetta porta a San Marco e bisogna adire che soprattutto per le famiglie è una location ideale. Una Spa sensazionale assicura benessere a 360°, varie tipologie di ristoranti offrono varie alternative. Quello che colpisce noi golosi è l’orto, sterminato, che in effetti ormai fornisce e garantisce la più parte degli approvvigionamenti di verdure. E’ il vantaggio del KM zero, ma anche quello di avere la disponibilità di alcune varietà lagunari che sarebbe difficile trovare sul mercato.
Interrompiano gli eventi di Zurigo e Vienna (che riprenderemo domani) per una parentesi importante: il momento topico per i guidaioli, ovvero la presentazione della nuova guida Michelin. E’ sempre l’occasione per ritrovarsi, confrontarsi, cercare di capire i differenti punti di vista nel rispetto reciproco che sempre deve esistere. E’ una guida fatta da gente preparata che ha alle spalle tanta esperienza. Quest’anno relativamente poche sono le novità, soprattutto nella zona alta della classifica: due sole nuove 2 stelle (ma praticamente una sola, al bravissimo Peter Girtler dello Stafler di Mules, in quanto Perbellini già l’aveva, anche se a un differente indirizzo) e nessun nuovo 3 stelle. Insomma quasi calma piatta in alto. Anzi andiamo perfettamente in pari con la stella persa di Scabin, che facciamo fatica a capire perchè. Lo chef è geniale, e per giunta completato di una formidabile brigata dove spicca Giuseppe Rambaldi, uno dei migliori souschef d’Italia che garantisce la continuità. Più numerosi ovviamente i nuovi stellati. Siamo personalmente contenti di ritrovarne tanti felicemente passati da Emergente: Federico Belluco del Dopolavoro di Venezia, Edoardo Fumagalli della Locanda del Notaio, Oliver Piras de l’Aga ultimo vincitore, Cristoforo Trapani alla Magnolia, Cristian Torsiello all’Arbustico, Andrea Cannalire del ristorante Il Cielo, inserito nel Relais La Sommità di Ostuni, Alessandro Dal Degan del ristorante La Tana, Antonia Klugman del ristorante l’Argine…. Un plauso a tutti loro. Chiudiamo con le stelle perse. Alcune sono scontate, due sono da commentare, la Gallina a Gavi, un bellissimo ristorante con uno chef capace e per finire Paolo Teverini. Paolo fa parte della vecchia guardia, è un vero peccato, speriamo sappia reagire con la forza d’animo e la saggezza che lui sa avere nei momenti difficili: stiamogli vicini.
Il Veneto è forse la regione più effervescente e lo dimostra con una larghissima presenza di giovani chef. Qui ne vediamo 5, appassioanti e professionali, che lasciano un ottimo ricordo. Vince e va in finale l’unica donna di questo concorso, Silvia Moro del ristorante di famiglia, Moro a Montagnana.