Giornata di qualificazioni all’insegna della “margherita” in ambedue le aree di gare, ma procediamo con ordine, partiamo dalla pizza. Due batterie il Centro ed il Sud. Nella prima Guido Nardi, Roberto Ferrone, Gabriele Lucantoni, Giovanni Giglio, Tiziano Casiddu, Thomas Sparacio, Federico Morieri, Alessandro Salaris, Riccardo Quaglia Marco Casella, Donato Menechella, Giuseppe Pesare. Passano in finale: Roberto Ferrone del Al 384 di Roma, Gabriele Lucantoni di Sbanco di Roma, Riccardo Quaglia di Seu pizza Illuminati, Marco Caselle di Tonda tutti e due di Roma. Per il Sud: Carmelo Mallia, Pasquale De Luca, Emilia Taglialatela, Simone De Gregorio, Antonio Polichetti, Fabiano Viscito, Diego Ciraudo, Mattia Bottiglieri. Passano il turno Carmelo Mallia di Pinserè a Marina di Ragusa, Pasquale De Luca di Isidoro, Simone De Gregorio di Rosa Pizza a Caserta, Fabiano Viscito di pizzeria Battipaglia. E veniamo agli chef. Anche loro dovevano fare in un certo senso la “margherita”, cioè un primo di pasta del Pastificio dei Campi ispirato alla celebre pizza. Per il Centro: Giulia Talanti, Lorenzo Boschi, Edoardo Tilli, Matteo Crisanti, Davide Giovinazzo, Gianluca Durillo, Frederik Lasso, Karan Mahey. Passano il turno: Lorenzo Boschi de La Locanda di Mezzo in Garfagnana, Davide Giovinazzo di Villa Lattanzi (in apertura nella Marche), Gianluca Durillo de la Madonnina del Pescatore, Frederik Lasso di Zunica. Seconda batteria, il Sud: Mario Minucci, Cristian D’Elia, Luigi Destino, Emanuele Lecce, Bruno Tassone, Giuseppe Torcasio. Passano il turno: Luigi Destino, Emanuele Lecce, Giuseppe Torcasio, è il risveglio della Calabria! Oggi in gara gli 8 finalisti della pizza e i dieci degli chef per scegliere il podio, i primi tre, che andranno alle finali nazionali di Roma il 28 ottobre.
Davide del Duca
Abbiamo un debole per questi due chef: Davide Del Duca e Valentino Cassanelli, conosciuti anni fa ad Emergente ed ora avviati al successo, il secondo ha già preso la sua stella michelin nel lussuoso 5 stelle di Forte dei Marmi al Lux Lucis, il primo pensiamo che ci arriverà, speriamo presto. Sono anche amici e lo hanno dimostrato l’altra sera in una cena in comune dove i piatti alternati tra i due hanno comunque seguito un chiaro filo logico conduttore. Una cena sperimentale dove si sono esibiti liberamente improvvisando i dettagli di alcune ricette con la spesa fatta al mercato del mattino. Una serie di piatti pieni di idee, di rimandi e contrasti tra le mille sfumature delle verdure ma non cercando per forza il vegetariano (quasi ovunque entravano carni o pesce, o meglio le loro frattaglie o tagli dimenticati). Ogni piatto quindi una sorpresa, non sempre secondo noi centrata nel gusto, ma alla ricerca a volte del contrasto intrigante o anche spiazzante. Cena cominciata un pò in ritardo, il che però ci ha permesso di godere degli ottimi e collaudati stuzzichini iniziali dell’Osteria Fernanda e del gran pane. Vini de Les Caves de Pyrene anche loro non passavano inosservati.
E’ festa a Vico, un festone a tutti gli effetti con il piccolo borgo invaso da migliaia di visitatori golosi che hanno trovato pane, pizza e tante altre prelibatezze per i loro denti. Una cinquantina di postazioni golose prese d’assalto che hanno raccolto quasi centomila euro da destinare alla beneficenza. Complimenti quindi a tutti, ai tanti che hanno contribuito per realizzare questo evento e in particolare a Gennarino Esposito vera anima della Festa. Ed è solo il primo giorno!, che si è concluso a Pizza a Metro con un lungo brindisi con i vari chef presenti.
Grazie all’attività della Camera di Commercio Italo Tedesca di Monaco negli ultimi anni abbiamo seguito con grande interesse la Baviera con nella sua azione di valorizzazione del patrimonio agroalimentare scoprendo una regione ricca, bella, e in tante cose molto vicina all’Italia non solo geograficamente. Abbiamo due volte portato chef italiani alla scoperta dei loro prodotti. Questa volta vengono loro a Roma, all’Hotel Flora e, dopo una conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa da parte del Ministro in persona, Helmut Brunner, ecco un apertivo sulla terrazza, un piacevole BtoB con operatori italiani invitati, ammirati sia del panorama (nonostante il tempo inclemente) che dei vari prodotti presentati. E’ seguita una bella cena che abbiamo coordinato: 4 chef italiani in collaborazione con Stephan Fuss, giovane e valente chef bavarese (un ristorante di famiglia a una trentina di chilometri da Monaco). I 4 chef non erano casuali, tutti abbastanza giovani, tutti amici tra di loro, tutti molto capaci: Marco Claroni dell’Osteria dell’Orologio di Fiumicino, Roberto Campitelli dell’Osteria Monteverde di Roma, Davide Del Duca dell’Osteria Fernada di Roma, Riccardo Loreni di Cuoco e Camicia di Roma. Non a caso tutti locali dove si mangia bene, a prezzi competitivi per un menù d’autore non banale che con giusta misura, chi più chi meno, rielabora la tradizione romana, E si sono confermati affiatati e capaci in questa cena non banale, in doppia trasferta sia di luogo che di ingredienti. Una cena che ha sottolineati l’amicizia tra le due regioni, la grande qualità (pensiamo in particolare al filetto di carne, al salmerino, alla senpae) dei prodotti bavaresi, e anche la grande creatività e flessibilità di questa nuova generazione di cuochi romani che si sa far valere anche in situazioni non facili. In abbinamento vini della Franconia e naturlmente birree della Baviera con tanta musica allegra intorno. Morale alla fine i più sono rimasti ancora a chiacchierare e a brindare, un buon segno!
Come ormai tutti sanno il Tiglio di Montemonaco è ormai chiuso, inagibile, e lo sarà presumibilmente per molto tempo. La fiaba di questo locale sperduto tra i monti con la sua cucina incantata sembra non essere a lieto fine. Enrico Mazzaroni, chef e titolare, senza ormai casa e locale deve per altro assistere i genitori anziani e sfollati. Insomma un quadro nero che induce al pessimismo, ma la speranza non deve morire e a tenerla viva sono anche iniziative come questa, ed è grazie alla sensibilità di Davide Del Duca e Andrea Marini, sempre pronti a scendere in campo quando c’è una causa, che possiamo assaggiare i piatti del bravo Enrico e sperare che in qualche modo la fiaba abbia un seguito. Aiutiamo il TIglio, comincia la Fernanda e speriamo sia una lunga serie.
Cooking for Art, tra botteghe ed alberghi, per finire con l’Enoteca Pinchiorri
E il giorno degli alberghi con numerose strutture del Centrosud che vengono premiate per lasciare poi la scena alle migliori Botteghe di Roma. Fuori si svolge la gara della pizza, l’area mercato si conferma un polo di grande attrazione, mentre al livello superiore vanno in onda il pranzo di Davide Del Duca e si conclude la serata nel modo migliore: con la cena dell’Enoteca Pinchiorri, uno dei migliori ristoranti d’Italia, della quale almeno citiamo lo straordinario agnello.
Densa di contenuti la prima giornata di Cooking for Art: si fa fatica a stare dietro a tutti gli eventi. Dall’animata area della pizza dove si svolgono le esibizioni di pizzaioli famosi (da Piedimonte a Pappalardo, da Giancarlo Casa a Pino Arletto ed altri ancora) alle due cene che hanno visto la presenza di chef del calibro di Luigi Taglienti (del nuovo e già lanciatissimo ristorante Lume) e dei Fratelli Serva, una vera sicurezza per la loro affidabile e costante qualità. L’area del mercato, novità di questa edizione, ha visto la presenza di alcune tra le migliori botteghe di Roma che hanno qui proposto la loro migliore produzione anche per la degustazione immediata. Ma noi abbiamo più che altro vissuto il ritmo del palco principale dove si sono alternati chef ormai già ben conosciuti ma che con Emergente hanno trovato la loro prima notorietà. Oggi, dalle 12 alle 21 si replica con altri contenuti ed eventi. Inutile dire che Vi aspettiamo.
Quanto sarebbe costato un menù di 42 chef del calibro di quelli di ieri sera, il meglio del meglio di Roma e del Lazio? Ed infatti gli ospiti hanno apprezzato l’occasione riuscendo ad esaurire le oltre 4000 prozioni preparate e servite in meno di due ore (altro record). Una grande serata, per la qualità e quantità delgi chef, ma anche per l’atmosfera che si è creata. Due tavoli erano stati riservati a coloro che si sono sacrificati nei soccorsi: La Protezione Civile, e i Vigili del Fuoco. Il preside dell’Istituto Alberghiero di Amatrice, visibilmente commosso, ha ringraziato lo sforzo che ha fatto tutta la Ristorazione a favore dei terremotati. Una sala piena ha confermato che la solidarietà riesce a far arrivare a Rieti il suo messaggio. Grande insomma la partecipazione di tutti, ed ora avanti per la terza ed ultima serata.
Ci aspettavano pure qualcosa di più da una cena di birra con chef bizzarri, ma comunque non ci siamo di certo annoiati. La birra era quella del birrificio del Borgo di vicino Rieti, presentata per l’occasione dal suo titolare Leonardo Di Vincenzo; gli chef erano Luigi Nastri, di casa, Davide Del Duca altro estroso e rampante chef della Capitale, Walter Musco della pasticceria Bompiani, una delle migliori di Roma. L’abbinamento migliore? per noi il dessert con la Rubus piacevolmente acidulata al lampone, dopo comunque una serie di assaggi ben fatti anche se usciti con un pò di lentezza.
Ed ecco alcune immagini della gara. Penso siano belle, ma è difficile trasmettere la grande bellezza del contesto, la serenità del tramonto, la magia delle luci, la vivacità delle scintille, il tempismo dei cooncorrenti che hanno rispettato perfettamente i tempi di preparazione e servizio (ben 18 concorrenti in meno di tre ore!). grazie veramente a tutti per l’impegno e la professionalità dimostrata. E non era facile cucinare in così poco tempo senza aiuto delle attrezzature praticamente radici ed erbe.