La disfida della taggiasca

Un’avvincente sfida in cui il sindaco di Taggia, Vincenzo Genduso e il primo cittadino di Seborga, Enrico Ilariuzzi, hanno lottato fino all’ultima goccia di olio per aggiudicarsi i diritti sulla celeberrima oliva: la taggiasca.

I seborghini sostengono che i primi alberi della famosa oliva vennero portati nel proprio comune attorno al 954 d.C. dai monaci provenienti dalle isole Lerins, arcipelago di fronte a Cannes.  

Gli abitanti di Taggia invece rivendicano il diritto di prelazione sull’oliva poiché secondo loro furono i monaci benedettini a impiantare i primi oliveti alla fine del settimo secolo dopo Cristo, per risollevare l’economia del paese vittima di scorribande saracene e longobarde, duecento anni prima di quanto affermano i seborghini. E il fatto che l’oliva si chiami «Taggiasca» depone a favore della loro tesi.

Da oltre un millennio dunque non si sa con certezza quale dei due comuni dell’imperiese debba rivendicarne l’autenticità. La disfida che va avanti ormai da parecchi anni su dove sia stata piantata la prima cultivar che da origine a uno degli olii extravergine d’oliva più rinomati e delicati del bacino del Mediterraneo neppure questa volta ha trovato un vincitore.

Non potendo esprimere un verdetto la parola è andata ai fornelli con una simpatica sfida all’ultimo piatto tra i due sindaci. 

 

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