Tra gli chef più sottovalutati d’Italia è forse Davide Maci. Sarà perchè è schivo e modesto, sarà che non ha di certo la prestanza fisica di un Berton o di un Oldani, ma di certo è poco noto e poco citato anche nel giro dei gastronomi. Ha anche un altro difetto: tende a far ricette centrate sul gusto, quelle che piacciono più alla clientela che a quei palati che non godono se l’abbinamento non è astruso. A noi invece è piaciuto Davide Maci, questo il suo nome, chef e titolare di questo locale curato ma senza troppe pretese, che ti accoglie con semplicità ma che non è affatto banale, anche nei dettagli. Basta dare un’occhiata alla carta dei vini, a quella dei distillati, al bere miscelato che viene proposto. Venendo alla cucina, la linea degli stuzzichini è esemplare nel senso di leggera (come dovrebbero essere sempre) in linea con la stagionalità e sfiziosa quanto basta. Un pò elementare e piacione il carpaccio di filetto, ma ha il colpo d’ala della mela marinata sgrassante che lo nobilita; molto più tecnico ma sempre godibile il finto piatto di maccheroni. E buona anche la parte finale dolce. Abbiamo saltato la quaglia perchè questa è stata l’unica vera battuta a vuoto: un pò troppo dolce e stancante. Ma in sintesi una cucina piacevole, divertente anche per la giocosità del tutto (tanti piattini, tanti colori, tanto movimento), e, guardando ai prezzi, anche molto conveniente.