Non mancano le ambizioni in questa struttura, che per la verità trovano ampie motivazioni nella qualtà dell’investimento: non si è risparmiato sul nulla pur di garantire solidità e confort specie nelle suites. Anche al ristorante la voglia di strafare è in ogni dettaglio, ma come spesso accade le aspettative che si innescano vengono poi in parte disattese. Il giovane personale ce la mette tutta, ma è evidentemente non all’altezza della prestazione richiesta dall’ambiziosa cornice. Anche la cucina è un pò come la sala, il giovane chef è sicuramente preparato, ma insegue un modello di difficile complicazione dove è facile perdere l’equilibrio e la misura. Nel pretenzioso menù una citazione la meritano i buoni e decisi tortelli di faraona e il piacevole uovo in terra di topinambur. In cucina Elia Russo con Crescenzio Galatola e Salvatore Schillaci; in sala Mario Santitto con Stefano Lo Giudice.