Forse per pigrizia dopo i tanti chilometri che facciamo in giro per l’Italia, ma fuori dal centro storico della Capitale ci avventuriamo di rado. Di locali e avventure all’Eur ne abbiamo viste comunque abbastanza negli ultimi anni senza rimanerne mai colpiti. Eppure è una parte della città alla quale non manca la clientela, sia quella degli uffici sia quella di una borghesia solida e agiata. Il Livello 1 si distingue perchè ci sembra un bel locale che speriamo riesca nel tempo ad affermarsi. Ha una solida impostazione: pescheria a fianco e bella sala moderna con la cucina a vista appena divisa da una bellissima vetrata con il motivo dell’acquario. Sia in sala che in cucina si muove un personale che sembra conoscere le regole, diviso in partite e non dove tutti fanno tutto come spesso accade. In cucina è Mirko Di Mattia, giovane, volenteroso, umile, ed è pure bravo nonostante sia praticamente un autodidatta. Non ce l’abbiamo con questa categoria, che sta anche aumentando negli ultimi tempi, ma siamo convinti che la gavetta, la scuola e le giuste esperienze siano un percorso normalmente imprescindibile. Però Mirko ha il senso della misura, di come si costruisce una ricetta e di come si arriva a dare un senso al piatto. Gli manca ancora la sicurezza, la personalità e un pò di originalità, e quindi tende ad affidare il suo percorso alla moda (black cod, plancton, aglio nero), è bravo ad unire il mare con l’orto, ma poi manca nel percorso un piatto vegetariano e uno dove il mare si senta per davvero o che comunqui sembri essere collegato alla bella mostra di pesce esposta. Ma nel complesso le sue ricette sono gradevoli con l’inizio al top: la pizza di seppia, e il finale da dimenticare (i dessert astrusi complicati e mediocri, come dire tanto lavoro per nulla).