Siena è un importante città del vino, Siena per noi è una tappa tra le più belle di Emergente Sala. Lo scorso anno la città di ha accolto benissimo e quest’anno replicheremo il 15 e 16 maggio. Presentiamo l’evento in occasione di Wine&Siena un altro bellissimo evento di Helmuth Koecher del Merano Wine Festival in compagnia di Alberto Tirelli, assessore del Comune di Siena che ringraziamo e di Claudia Palmieri partner dell’evento.
Federico Betti
Occhio ai Menichetti, papà Maurizio ha ceduto al rientrante figlio Andrea la responsabilità di sala, che sembra filar via liscia senza problemi grazie anche ai due giovani aiutanti. Lui segue soprattutto la sua piccola azienda vinicola (che fa anche un ottimo olio) e da quello che ci ha fatto assaggiare possiamo dire che l’impegno è ben ripagato. Quanto a Valeria, oltre 40 anni in cucina, sembra che gli anni non passino. Tra le donne pluristellate d’Italia (poche, ma rispetto ad altri paesi non siamo poi messi malissimo) è forse quella (con la Valazza) che ha conservato appieno la responsabilità diretta della cucina e che continua a stupire per pulizia di esecuzione e qualità complessiva. Basterebbero l’inizio e la fine, tra stuzzichini golosi, e pasticceria finale di perfetta esecuzione (tra l’altro eravamo ospiti di un noto pasticciere di Siena che è rimasto a bocca aperta). Per non parlare del pluripremiato pane (giustamente dal Gambero Rosso). Stupisce anche che il tutto si deva ad una brigata giovanissima numerosa e sicuramente ben affiatata visto anche che gli spazi in cucina sono poi piuttosto angusti. L’unico appunto lo diamo ai primi, che ci sono arrivati un pò freddi e tutto sommato non ci hanno incantato come il resto. Tra gli antipasti è difficile dire se era più buona l’elegante e delicata triglia alla livornese (scordatevi gli inguacchi che ti danno a Livorno sotto questo nome) o i più raffinati zampetti che abbiamo mai mangiato, tra i secondi una gara tra un altro ottimo piccione (l’ennesima versione qui assaggiata, mai ne ha sbagliata una!) o un finissimo cinghiale maremmano (anche qui ben lontano da quello che ti spacciano in giro per la Maremma). Insomma una cucina elegante, ben studiata e centrata sul gusto, attenta a equilibri e consistenze (forse fin troppo, se possiamo dire l’unico difetto dei tre secondi è che erano tutti e tre delle variazioni un pò ripetitive tra di loro per studio e presentazione). La sala era anche piena, una sera infrasettimanale dove non te l’aspetti, e quindi c’è solo da lodare il bel lavoro di squadra. Insomma un Caino in piena forma quella che abbiamo trovato.