Un pò di Thailandia, tanto Magorabin, ed ecco che Federico Allegri, ancora giovanissimo, si presenta al mondo in modo diretto mettendoci anche la firma: Allegri come il suo cognome. Siamo a un chilometro dal grande Scabin, un esempio per tutti coloro che vogliono emergere ed in effetti Federico ce la mette tutta. Il locale è semplice, comodo da raggiungere con la tangenziale, in sala la compagna Elisa accoglie con stile ed un sorriso. Il menù è ambizioso, offre varie alternative a prezzi competitivi (da 35 a 55 con antipasti primi e secondi a prezzi uguali, rispettivamente 15, 14 e 18 euro). Lo stile è eclettico, con due filoni principali, quello del cuore dove Federico si scatena andando a pescare gli ingredienti nei 4 angoli del globo e miscelandoli con disinvoltura, e quello più tradizionale dove prepara piatti più tranquilli per i clienti che amano meno l’avventura. Non amiamo normalmente un’offerta così varia perchè presuppone brigate che nessuno si può ormai permettere se si vuole raggiungere l’eccellenza. Però in tal modo lo chef sta sicuramente sondando e fidelizzando la sua clientela e ci auguriamo che nel giro di qualche mese riuscirà a maggiormente focalizzare la sua linea di cucina. Per ora comunque alcune ricette colpiscono il segno sia nello stile classico (pensiamo ai tortelli di toma) che in quello più fusion (pensiamo agli scampi con vaniglia e frutto della passione). Non ci sono piaciuti i ravioles della Val Varaita, ma il livello dei tanti assaggi si è complessivamente mantenuto alto con numerosi spunti interessanti, salvo che nella parte finale del pranzo: i due dessert erano oggettivamente inferiori al resto.