Sale verso il vertice Daniel Humm e considerando la sua giovane età è un attendibile challenger per il podio dei 50Best. Attualmente è in quinta posizione, ma la sua ascesa sembra inarrestabile. E’ aiutato da un insieme di fattori: essere a New York e quindi di facile visita per tutti i gourmet del mondo; essere simpatico e solare, modesto e non presuntuoso, quando parla di sè è molto understated; ha un partner bravissimo nell’organizzare sala e servizio; gira a mille per numeri e fatturato. Inoltre e non è poco, la sua cucina è estremamente piacevole. Ci si alza da tavola dopo quasi tre ore, che il tempo sembra essere volato via. Non è stata una cena, quanto uno spettacolo con fuochi di artifici, sorprese ad ogni portata, coinvolgimento continuo del cliente che ad un certo punto viene fatto pure alzare e degustare un piatto in cucina. Un divertimento che coinvolge tutti in quanto non è tanto realizzato con il ricorso a tecniche sofisticate, a stravolgimenti degli ingredienti, quanto piuttosto alla cornice di ogni singola pietanza più che alla sostanza. I clienti escono rallegrati da questa esperienza di alta cucina resa giocosa e quasi popolare. Il gourmet più sofisticato non può che sottolineare la correttezza di ogni cottura e preparazione, la perfezione del servizio e rallegrarsi del coinvolgimento. Difficile fare una critica se non magari quella che avremmo magari voluto trovare almeno un paio di soluzioni, lungo il percorso, più mirate ad una costruzione più ardita e intrigante da un punto di vista organolettico che scegliere la strada più facile del consenso un pò scontato. Ma è indubbio che esce fuori anche un forte messaggio. Non solo la clientela normale, ma anche la critica internazionale sembra gradire sempre di più la piacevolezza e la scorrevolezza di una cena rispetto alla sofisticatezza di certe soluzioni, forse perchè capita spesso che poi alla fine non sono sempre così appaganti.
Qualche numero: 10 servizi a settimana (7 dinenr e 3 lunch) , spesso al dinner i tavoli girano due volte, una sala da 80 coperti e altrettanti in galleria per eventi e cene private, cantina di 3000 etichette, 200 dollari il menù degustazione senza i vini, sempre pieno. 150 dipendenti giovanissimi, metà in sala coordinati dalla bravissima Natasha Mc Irvin per il servizio e da Caleb Ganzer per i vini. Applausi.