Difficile riconoscere la vecchia locanda. Sparite le trine e i merletti, orli e ricami, cuscini e luci soffuse, il nuovo locale punta sul monocromo, sull’essenziale, senza tante concessioni alla ridondanza. Però una cosa accomuna lo storico Gambero Rosso al nuovo “Da Gorini”: la cortese accoglienza, la premura nel servirti, la passione per questo lavoro. Insomma la Giuliana (con Moreno leggendaria oste di quassù, e proprietaria delle mura) può dormire tranquilla. Anche se con altro nome la Locanda continua a fare il suo mestiere e lo fa bene. D’altronde non dubitavamo, conosciamo Gianluca Gorini da quando è (professionalmente) all’opera, ha vinto tanti anni fa il nostro “Emergente Chef”, si è imposto poi all’attenzione della critica con la sua cucina a Le Giare, dove i più si sono chiesti come mai non sia arrivata la stella michelin. Oggi però fa un bel salto professionale, diventa chef patron, aiutato dalla fedele compagna Sara (in sala), ed è così responsabile in toto del locale. Il menù che ci ha dato era quasi perfetto, giudizioso, con i piedi per terra e molto meno rischioso rispetto a come ci aveva abituato. Convince per la solidità, per l’ottima conoscenza del territorio e dei suoi prodotti (d’altronde la moglie è di qui), e viene proposto con la tecnica e la classe ben nota. Difficile scegliere il piatto migliore, siamo almeno indecisi tra due (i passatelli e la magnifica lepre), mentre il meno riuscito ci sembra lo sgombro marinato, un pò sotto le righe. L’unico vero punto debole è la parte finale, quella dei dessert, dove i due dolci sono buoni ma un pò banalotti, ma dobbiamo anche dire che il locale è appena partito, tra l’altro con grande successo, il che è incoraggiante, e che la brigata probabilmente si completerà a breve, e speriamo ci sarà anche una maggiore attenzione per la pasticcieria.