Che spettacolo la cucina di Villa Rospigliosi! quasi più grande della sala, ben organizzata e spettacolare con la grande vetrata di affaccio sulla sala. C’è alta tecnologia, ma c’è anche grande passione e talento. Igles più passano gli anni più si contorna di giovani, è un pò come il sottoscritto che è sempre alla ricerca degli emergenti. Sono 33 anni che ci conosciamo e sembra quasi ieri. Ma senza ripercorrerne il percorso, noto ai più, vediamo quest’ultimo atto, l’ultimo ristorante dove è approdato. E’ l’ultimo, ma in realtà è il primo. Il primo che è fatto veramente a sua immagine e somiglianza. Il suo nome è inciso quasi ovunque, e di ogni dettaglio ne ha curato la realizzazione, non solo in cucina, ma anche nella bellissima ed elegante sala con le due altrettanto belle salette a destra e sinistra. Un servizio giovane ed esemplare accompagna una serie di assaggi che denotano l’attenzione alla qualità esasperata (la carne di kobe, il salmone sockeye, il capriolo sparato, il finger lime che costa un botto, ma che è piacevolissimo quando scoppietta in bocca). Il risultato è un cammino intrigante ad ogni passo, una lezione di cucina moderna gustosa e piacevole con il limite (ma crediamo sia espressamente voluto) di poca aderenza al territorio e deciso respiro internazionale. Percorso che secondo noi trova il vertice in una rarefatta ma elegantissima anguilla, (quattro pennellate di arte gastronomica), e il punto minore in un riso un pò ammassato che richiederebbe più leggerezza e un contrasto maggiore (nonostante il finger lime, che comunque aiuta).