Che dire di un posto che ti fa sognare anche da lontano quando vedi quella guglia svettare con il lago sullo sfondo, e poi una serie di sale suggestive, una tavola elegante, un servizio tra i migliori d’Italia per qualità e numero di addetti e una brigata d cucina che si compone di elementi di primo piano (e non a caso da questa brigata sono usciti ed escono chef di tutto rispetto)? Insomma sia lode a Tonino Cannavacciuolo per aver creato non solo una serie di ricette di alto profilo, ma anche una struttura che macina numeri, clienti e gestisce fatturati invidiabili ed importanti, quando il meglio del sud si combina con il meglio del nord, non ce n’è per nessuno e questa Villa Crespi è una conferma dell’assunto. Conosciamo Tonino da quando è arrivato come secondo al Giardinetto poco distante, e l’abbiamo visto crescere in questa bella struttura, ha cavalcato e bene anche la grande notorietà che gli ha dato la televisione, e pensiamo che niente gli sia ormai precluso essendo anche ancora giovane, ed infatti sta aprendo altri locali (presto al centro di Novara). Detto questo e tornando alla tavola, abbiamo avuto un’altra piacevole conferma di una cucina giustamente equilibrata tra (più) mare e (meno) monti, di grande equilibrio, piacevolezza di sapori dove è difficile dire quale è il piatto migliore: ci sono piaciuti tutti. Più semplice ricordare le poche cose meno buone: il pane, le rane (molli, fredde e con un timballino non croccante), le tagliatelle non ravvivate dall’acidità di una buccia di limone.