La Madonnina di Mariella e Moreno

Il contrasto con il lungomare reso un pò anonimo e vuoto dall’incipiente autunno c’è tutto. Si entra e si viene subito avvolti da un ambiente studiato nei colori del pavimento e delle pareti, nelle trasparenze delle scaffalature, nelle luci concentrate lì dove serve, nei dettagli (basti pensari ai contenitori del ghiaccio per le bottiglie). Insomma si avverte la professionalità ancora prima di sedersi al tavolo. La sala, prevalentemente al femminile, si muove con puntualità e la brigata di cucina trasmette un senso di sana allegria grazie anche alle indovinate divise immaginate tanti anni fa da Moreno. Il percorso gustativo è altrettanto variegato ed interessante, con una serie di ricette di elevata progettualità che però fortunatamente non sempre trapela e rende la degustazione scorrevole. Ricordavamo una certa tendenza alle note dolci, invece ci ritroviamo con una sottolineatura (non eccessiva comunque) di quelle sapide soprattutto ovviamente in qualche piatto ittico. Si parte subito sparati ad alta intensità di gusto con l’ostrica e la sfera di panbrioche, troviamo poi il vertice nell’ottimo risotto appena mantecato e nell’impeccabile petto di piccione. La giocosità, che auspichiamo possa anche aumentare, arriva nel finale con il sorprendente cubo di gelato e la pasticceria Risiko.

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