A Rachelle e Omar Capparuccini dobbiamo uno dei più accoglienti ed eleganti ristoranti della Capitale, in un’area ad alta densità ristorativa, che conserva comunque il suo fascino nonostante la massiccia invasione dei turisti. Qui si scopre un’oasi di eleganza quasi d’altri tempi per la ricchezza dell’arredo e le buone maniere. Drappeggi, prospettive, imbottiture e luci ad hoc accompagnano dall’entrata il cliente facendogli scoprire ambienti diversi che si contendono la palma del più elegante fino a quando non si scoprono le due semi alcove dove, se siete una coppia, è obbligo prenotare. A questo punto ci potrebbero servire anche la “merde” (ci si perdoni il francesismo, ma la patronne è francese), e staremmo bene lo stesso seduti comodamente su queste fini poltroncine che riprendono le tappezzerie delle pareti, specie dopo il buon Franciacorta che subito ci viene offerto (una ricca scelta di Krug apre la carta dei vini). In cucina comunque c’è un cuoco volenteroso, che si dà da fare con una carta molto ampia e con uno stile un pò ridondante e a volte datato che magari è in linea con le belle maniere un pò d’antan che ci circondano, ma che noi gradiremmo forse più spontaneo, fresco e leggero. Il piatto migliore? dei buoni tortelli di stracotto. Il peggiore? una spigola spenta in una pesante crema di patate.
Redazione Witaly
Da piccolo ragazzo in pasticceria, quella dell’Hotel I Ginepri di venti anni fa, a oste e imprenditore affermato, senza perdere modestia e crescendo in qualità. Un bel cammino quello di Omar, coadiuvato dalla moglie Marina, apprezzato più volte nella prima Osteria Magona, nel centro storico di Bolgheri, che ora ritroviamo in questo bel casale tra le vigne famose di Bolgheri che presto avrà anche qualche camera al primo piano. Ci capitiamo casualmente nel pranzo offerto ai tanti amici che l’hanno aiutato nell’impresa, e brindiamo di cuore con questa bella coppia di lavoratori instancabili che continueranno a lavorare ancora di più. Infatti mentre in questo nuovo casale porteranno la cucina e le bistecche della vecchia Osteria, non abbandonano l’antico locale, ma lì proporranno una linea di cucina più veloce e pratica: sette alternative, sette menù di piccoli assaggi di cucina toscana (sempre con tanta ciccia come filo conduttore) , il tutto con sette piccoli prezzi (20-25 euro senza i vini)
Una delle migliori novità della regione la troviamo in questo bell’albergo che ha dietro un bellissimo parco e agrumeto. Giovani sono i titolari e così lo chef Mario Affinita di soli 33 anni, ma con già varie e fortunate esperienze alle spalle. E’ qui da poco più un anno e si sta facendo apprezzare per la sua cucina varia di buon livello tecnico che cavalca vari generi. Ci ha offerto una cavalcata ampia delle ricette, che ne confermano le qualità: ampia varietà di ingredienti alla base, molte le soluzioni tecniche adottate, complessità ragionata delle varie ricette (insomma non sono nè banali, nè troppo affollate). C’è a volte comunque un ingrediente ridondante e ancora più spesso qualche salsa non ben calibrata, ma per proporre carte così impegnative occorrerebbe avere alle spalle una brigata che ancora manca nell’ampiezza richiesta. Con un pò di calma, senza strafare, questo Don Geppi si deve comunque far conoscere di più perchè quello che è il problema forse maggiore è la continuità della clientela in quanto la saletta gourmet è ancora poco pubblicizzata.
I fratelli Di Gennaro in sala e soprattutto in cucina con Stefano alla guida si prenderanno cura di Voi per farVi passare una bella serata, tra le migliori della regione. Li aiuta il centro storico di Trani, tra i più belli d’Italia (anche se qui siamo ai margini), il locale pulito e fresco, la bella carta di vini e la simpatia della giovane età. Ma Stefano è anche bravo ai fornelli e ce lo conferma con una serie di preparazioni che si fanno valere. C’è una ricerca del gusto, anche troppo con delle esecuzioni leggermente molto arrotondate e abbondanti nei sapori, ma è anche quello che spesso la gente vuole. I turcinieddi ne sono un esempio, sensazionali nel gusto, ma impegnativi nella loro sostanza, sono comunque un piatto da non perdere che vale già la visita. Buoni anche i tortelli e il bel finale con dei dessert decisamente sopra la media.
Ripa a Vieste, largo ai giovani
Il centro di Vieste è da non perdere con le sue ripide viuzze che scendono dal Duomo verso la scogliera. In una di queste, tra le più suggestive è questo bel locale che esiste da tanti anni con un’offerta di cucina tradizionale pacata e corretta. Ma i figli crescono e mamma Annamaria è solare ed intelligente. Manda il primo, Andrea Miacola, in giro alle Calandre e poi per il mondo e appena ritorna ne sentiremo parlare di sicuro, ed alleva bene anche il secondo che ora, a 19 anni, comincia ad essere intraprendente, come ci confermano questi primi assaggi. Complimenti a Lui, ma anche ad Annamaria, una madre da prendere come esempio.
Sono piacevoli le serate di Vinoforum al fresco della pineta, e ieri sera una motivazione in più: presentare i piatti di Giuseppe Costa. Qui a Roma è poco conosciuto, ma è la più recente stella michelin siciliana, e noi lo conosciamo da 7 anni, dalla sua partecipazione (e vittoria) a Emergente Sud. Ci colpì subito la sua faccia pulita e simpatica, l’allegria e la modestia e, accanto a queste doti umane, il suo approccio originale ai grandi sapori della sua isola. E’ stato un piacere presentarlo ai romani.
Ringraziamo ancora Leonardo Vescera per il bell’aiuto che ci ha dato in occasione dell’evento Corto Circuito dei Contadini e di sicuro si merita anche l’encomio per la professionalità che si respira nel suo locale. Pensiamo alla posizione, all’esclusiva darsena estiva, alla pulizia dell’arredo, alla qualità della carta dei vini dove spicca la sua predilezione per le bollicine, alla mostra del pesce che offre il meglio della ricca zona con la particolarità di crostacei come è difficile vedere in giro e frutti di mare veramente di tutti i tipi. Insomma una sosta che è difficile non apprezzare.
Una vecchia balera anni 50, diventata prima chiosco per panini e bevande, poi semplice osteria con l’avvento della famiglia Zeni, da un anno si è rinnovata, diventata più elegante ed ora propone una cucina curata di pesce, accompagnata da una sufficiente scelta di vini (soprattutto bollicine). La posizione è strategica, fronte foce del Livenza, alla fine del lembo di spiaggia occidentale del litorale di Caorle, all’angolo del lungo molo. Dei tre fratelli Mirco vi accoglie al bar o in sala alla sera dà una mano a Maristella. In cucina l’altra sorella Marcella con il marito Fabio Olmo. Sono loro a proporre una serie di piatti di cucina al cento per cento pesce, cucina ricca di sapori, elegante negli antipasti, forse un pò troppo condita nei primi piatti, con lodevole attenzione al finale dolce.
Ljubica, Liù per gli amici, ha sempre apportato nelle nostre gare di chef emergenti la sua competenza di giudice internazionale WACS, (unica donna italiana!). Da un paio di mesi ha deciso di lanciarsi direttamente nella ristorazione rilevando questo bel locale di Caorle, lo Sporting, dove finalmente può esaudire completamente la sua passione e professionalità. Il locale indubbiamente merita e si presta con le sue varie sale, dehor, verande e terrazze, ad offrire varie alternative alla clientela. Inoltre Liù è particolarmente preparata e competente non solo sulle tecniche di cottura, ma anche sulle varie allergie, diete, e aspetti legati alla salubrità degli ingredienti che sempre più stanno diventando importanti nella ristorazione odierna. Ben venga quindi un locale come questo in una zona che tra Venezia e Trieste non offre poi tante alternative di rango. E quanto abbiamo assaggiato, ci conferma, in termini di sapore, leggerezza e digeribilità, la cultura di Liù al riguardo.
Una bella serata allietata dallo champagne, dalla bella clientela che ha aderito e dai piatti di 4 donne chef che non si conoscevano a inizio serata e che ahnno subito solidarizzato con allegria e professionalità. Ogni mese una di loro sarà protagonista con Liù qui allo Sporting per una serata a 4 mani fino ad ottobre. Brava Lorenza che ha organizzato il tutto, a me è toccato l’arduo compito di occuparmi dello champagne!